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Premier League: Guardiola, Sarri e Klopp simboli di un campionato mai così equilibrato

Manchester City, Chelsea e Liverpool davanti, Arsenal e Tottenham subito dietro. Manca solo il Manchester United

08 Ott 2018 - 11:10

Sessanta punti equamente divisi dopo otto giornate, la vetta della classifica in coabitazione, nessuna sconfitta e tre stili diversi ma ugualmente redditizi: la Premier League ruota attorno a Manchester City, Chelsea e Liverpool con la mano evidente di Guardiola, Sarri e Klopp, tre che (Allegri a parte) di fatto sono quanto di meglio sta offrendo il calcio europeo in questa stagione. Ma attenzione ad Arsenal e Tottenham.

Il rotondo tris dei Blues a Southampton e il pareggio tra Reds e Citizens hanno costruito la poltrona a tre che guarda tutti dall'alto in Inghilterra. E la cosa sembra divertire gli stessi allenatori. Perché se Sarri si nasconde ("Le altre due sono più avanti di noi") ma è già entrato nel cuore dei nuovi tifosi, Guardiola è soddisfatto per un prezioso pareggio esterno contro una bestia nera e lo stesso Klopp sa di averla scampata grossa, vedi rigore di Mahrez.

L'italiano sta riscoprendo il gusto del possesso palla, più prolungato rispetto gli anni a Napoli, il catalano sta cercando maggiore cinismo in una formazione che eredita l'organizzazione della scorsa trionfale annata, il tedesco sa caricare a mille la squadra e lavora su fisico e ripartenze. Non c'è necessariamente un bello o un brutto, un meglio o un peggio: dopo otto giornale lo dice anche la classifica. La stagione deve ancora entrare nel vivo ma questi tre se la giocheranno fino in fondo dando lustro alla "Premier più bella del mondo".

Tutto questo a meno che Emery e Pochettino non decidano di bussare più forte. Lo spagnolo si sta ritrovando all'Arsenal dopo gli anni cupi - seppur vincenti - di Parigi mentre l'argentino del Tottenham sembra in ribasso, soprattutto guardando la Champions League, ma è forte di un impianto collaudato e neppure sfiorato dal mercato estivo. E il Manchester United? Rimane un caso a parte, sospeso tra i dissidi interni e la situazione di Mourinho: il prestigio c'è, la credibilità per recitare il ruolo da antagonista al titolo non ancora. Ma mancano 7 mesi di partite...


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