Una maxi-rissa al termine di Atletico Mineiro-Boca Juniors ricorda tanto i racconti del passato novecentesco sul calcio sudamericano: proteste, teste calde, animi tesi e infine il caos. Così in Brasile l'ottavo di finale di Copa Libertadores diventa una zuffa da saloon, con giocatori e staff degli Xeneizes da una parte e gli addetti della sicurezza dello stadio dall'altra. In questi casi, però, non vince nessuno.
La causa dei disordini è stata principalmente l'enorme tensione accumulata dai giocatori durante la partite, terminata 0-0 come all'andata ma segnata da una rete annullata nel secondo tempo. In quell'occasione la Var è intervenuta segnalando all'arbitro un fuorigioco e da quel momento il nervosismo tra i giocatori del Boca Juniors è stato sempre più evidente. Ai rigori è stato l'Atletico Mineiro a trionfare per 3-1, ma è nel tunnel degli spogliatoi che i protagonisti della rissa hanno perso le staffe. Secondo le ricostruzioni dei media sudamericani, i primi contatti sono stati tra i giocatori del club argentino e gli addetti alla sicurezza dello stadio, per poi sfociare in una vera e propria rissa allargata anche allo staff dei brasiliani, compreso il presidente della società.
Le accuse degli Xeneizes sono multiple e alcuni video mostrano lanci di transenne e di altri oggetti di grosse dimensioni in un clima di totale caos. Per disperdere i "lottatori" d'occasione, la polizia militare avrebbe usato degli spray al peperoncino, causando però malori ad alcune persone. Le forze dell'ordine hanno fermato all'inizio otto tesserati del Boca Juniors tra staff e calciatori, anche se la diplomazia del club è riuscita successivamente a evitare arresti. Il caso non è certamente chiuso, con video che continuano a spuntare a sostegno di una o dell'altra tesi. Sono stati poi rilasciati su cauzione dopo 12 ore passate nel commissariato di Belo Horizonte.
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