CASO NEGREIRA

Caso Negreira, il giudice respinge il ricorso del Barcellona

Il magistrato ammette la costituzione come parte civile del Real Madrid: "Possibile corruzione sistematica"

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Caso Negreira, il giudice respinge il ricorso del Barcellona - foto 1
© Getty Images

Il caso Negreira si arricchisce di un nuovo capitolo. Il giudice istruttore del Tribunale Numero 1 di Barcellona, Joaquin Aguirre, ha respinto il ricorso presentato dal Barcellona e dal suo ex presidente, Josep Maria Bartomeu, che si erano opposti alla costituzione come parte civile da parte del Real Madrid all'interno del processo. Il magistrato, infatti, non ha esitato a parlare di "possibile corruzione sistematica", smentendo, di fatto quanto sostenuto dalla difesa, che aveva insistito sul fatto che non è stato ancora provato che sia stata comprata una sola partita in concreto. 

Secondo la ricostruzione del giudice istruttore, Negreira aveva un ruolo attivo nelle designazioni, risultando determinante, pertanto, nella carriera dei singoli arbitri e, di conseguenza, nei loro guadagni. "In questo scenario di possibile corruzione sistematica, qualsiasi squadra che abbia partecipato ai tornei insieme al FC Barcellona ha il diritto di essere ammesso come parte civile, in quanto danneggiata direttamente".

IL CASO NEGREIRA
Il caso Negreira è scoppiato in Spagna come un fulmine a ciel sereno lo scorso 15 febbraio. Dal 2001 al 2018, il Barcellona ha riconosciuto compensi superiori a 7,3 milioni di euro a due società di Enriquez Negreira, nel periodo in cui era vicepresidente del comitato tecnico arbitrale, dal 1994 al 2018: una è la Nidsal SCP, l’altra è la Dasnil 95 SL. La prima, liquidata nel maggio 2016, si occupava di "promozione e commercializzazione di prodotti e servizi aziendali nonché della produzione e produzione di video sportivi". La seconda, invece, di "servizi pubblicitari per aziende, promozioni e articoli da regalo, stampa di testi e realizzazione di video sportivi per il marketing". I compensi a esse riconosciuti "non avevano alcun supporto legale o statutario", in quanto "non previsto dallo statuto del Club o approvato dall’Assemblea Generale". L’attenzione degli inquirenti viene posta alle fatture dell’ultimo decennio, che coprono due specifiche presidenze: quella di Sandro Rosell e quella di Josep Maria Bartomeu, entrambi indagati, i quali, secondo la Fiscalia, hanno "raggiunto e mantenuto un accordo verbale strettamente riservato" con Enriquez Negreira.  Secondo la versione del Barça e dello stesso Negreira, ascoltati dalla Procura, si sarebbero trattate esclusivamente di consulenze come è comune ad altre squadre della Liga. Anche la Uefa il 23 marzo ha aperto un'indagine "riguardante una potenziale violazione del quadro legale Uefa da parte dell'FC Barcellona" poi sospesa il 27 luglio (ma con possibilità che venga riaperta in caso di nuovi elementi), fatto che aveva permesso al club catalano di essere iscritto alla Champions League 2023-2024.

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Sul piano penale, il Barcellona deve rispondere di corruzione reiterata tra privati in ambito sportivo, così come gli ex presidenti Rosell e Bartomeu, che devono inoltre rispondere di amministrazione sleale (entrambi) e di falso in documenti commerciali (solo Bartomeu). Al di là delle responsabilità degli amministratori, il club potrebbe andare incontro ad una multa pari almeno "al triplo del valore del beneficio" oppure a una «i"nterdizione speciale per un periodo da uno a sei anni!, come previsto dall’articolo 286 bis del codice penale spagnolo. Per quanto riguarda la Liga, invece, è andato tutto in prescrizione. La Ley del Deporte prevede, all’articolo 112, che "le infrazioni di maggiore gravità si prescriveranno dopo tre anni". L’ultimo rilievo da parte della Fiscalia è del 2018, quindi fuori tempo massimo per poter intervenire sui risultati ottenuti dal Barcellona nel massimo campionato spagnolo. Sia quello attuale, sia quelli passati.

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