l'intervista

Brentford, Eriksen: "Due giorni dopo il malore ho capito che sarei tornato a giocare"

Il danese racconta gli ultimi mesi: "Dura stare senza calcio per mesi. Ora sto bene, dimostrerò che sono ancora un calciatore"

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Christian Eriksen è pronto a riannodare il filo spezzato a Euro 2020, quando l'arresto cardiaco ha fatto prima temere per la sua vita, poi per la carriera calcistica. Niente Inter, visto in Italia non si può giocare con un defibrillatore sottocutaneo, il danese riparte dal Brentford a cui ha affidato il racconto di questi ultimi mesi a dir poco intensi. "Solo due giorni dopo aver subito l'arresto cardiaco all'Europeo ho capito che sarei tornato a giocare" racconta Eriksen. 

"Nei giorni dopo l`arresto cardiaco ho capito cosa mi era successo. Poi sono iniziati tutti i test, ho iniziato a fare mille domande ai dottori, e da lì pian piano è arrivata la convinzione di poter tornare lentamente a giocare a calcio. Il cuore ha reagito bene, ho dovuto essere paziente, ma mi sono fidato del mio allenatore e del mio medico e ho seguito il piano che hanno fatto e questo mi ha reso a mio agio e rilassato al riguardo: tornare alla normalità".

L'ex interista si è allenato con l'Odense e le giovanili dell'Ajax prima dell'offerta dalla Premier League. "È stato il periodo più lungo in cui non ho giocato a calcio - ha detto -. Sono stato fortunato a non aver subito infortuni. Stare senza calcio per sei o sette mesi è tanto. È stato molto difficile. Poi finalmente ho toccato un pallone su un campo, ho annusato l'erba, le scarpe da calcio, e tutto è tornato alla normalità. Fisicamente sono in un'ottima condizione, è solo il tocco col pallone che deve tornare veloce come prima. Vedremo come reagirà il mio corpo, intanto mi sento molto bene. Nei prossimi mesi mostrerò che sono ancora un calciatore". 

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