Bojan Krkic: "Avevo attacchi d'ansia, ma nessuno voleva parlarne"

Lo spagnolo fu paragonato a Messi: "La pressione mi schiacciò. Saltai Euro 2008 per quello, lì la mia carriera è cambiata. Al mondo del calcio non interessano questi problemi"

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"Avevo gli attacchi d'ansia prima di giocare, ma nessuno voleva parlarne. Al mondo del calcio queste cose non interessano". Bojan Krkic è uscito allo scoperto e l'ex "nuovo Messi" della Cantera del Barcellona, oggi all'Alaves, ha provato a spiegare una carriera sotto le aspettative: "Ho un problema, il calcio è la mia vita, ma soffro di attacchi d'ansia. Ho saltato un Europeo per questo e lì è stato il punto di non ritorno. Ma la gente non sapeva".

Novecento gol nelle giovanili del Barcellona, ottimi risultati con le nazionali minori e l'esordio in prima squadra con i blaugrana fino all'etichetta di "nuovo Messi". Nei primi anni del nuovo Millennio la carriera di Bojan Krkic prometteva scintille, ma dopo quattro anni nella Liga è cominciato il pellegrinaggio in giro per l'Europa partendo da Roma sponda giallorossa, poi Milan, Ajax, Stoke City, Mainz e il ritorno a casa a Vitoria, con il Deportivo Alaves. Attese presto disilluse e negli ultimi anni dopo aver lasciato la Premier League anche i gol hanno cominciato a scarseggiare lasciando il posto a problemi fisici. Oggi, a 28 anni, l'attaccante spagnolo ha voluto spiegare la sua carriera ammettendo un problema: l'ansia.

Troppa pressione da gestire a 17 anni, le aspettative di dirigenza, tifosi e chi più ne ha più ne metta lo hanno schiacciato. "Ci sono forze che non riesci più a controllare, opinioni che non riesci a far tacere, gelosie e chiunque può avvicinarsi a te - ha raccontato al Guardian -. Non devi farti travolgere, ma non è semplice. Serve una bella corazza, ma oggi i giocatori sono esposti globalmente sempre più giovani e scommetto che i 15enni già sui social ricevono insulti di ogni tipo. E' terribile". L'esordio a 17 anni nella Liga, i paragoni e gli azzardi in nazionale: "A 17 anni la mia vita è cambiata per sempre - ammette Bojan -. Sono andato al Mondiale U17 a luglio e nessuno mi conosceva; quando sono tornato non potevo più camminare tranquillamente per strada e pochi giorni dopo ho debuttato contro l'Osasuna, poi l'esordio in Champions e il gol contro il Villarreal, fino alla chiamata in Nazionale a febbraio 2008. Tutto velocissimo, troppo".

Il bivio però è arrivato proprio nell'estate del 2008, anno dell'Europeo a cui Bojan Krkic decise di rinunciare proprio a causa degli attacchi d'ansia. "Ho un problema nel gestirla e avevo troppa pressione in testa, un male continuo. Ognuno reagisce a suo modo all'ansia, io stavo male per giorni, avevo il panico. Prima della sfida con la Francia in febbraio mi sono sentito male nello spogliatoio, quella fu la prima volta. Durò così fino all'estate e presi la mia decisione: nonostante la chiamata di Aragones, rifiutai la chiamata. Non ce la facevo, mi isolai".

Tutti sapevano del problema, dal ct a Hierro, fino ai compagni di squadra. "Quella decisione mi ha tagliato le gambe, passai per quello a cui non interessava niente della Spagna. La gente mi insultava, non sapeva e pensava che solo non avessi voglia di giocare. Prima delle convocazioni la Federazione sapeva come stavo, sapevano le mie intenzioni, ma mi chiamarono lo stesso. Mi sentii veramente solo, gettato in pasto all'opinione pubblica".

Oggi, nel 2018, è già tempo di primi bilanci nonostante la carriera di Bojan si presumibilmente a metà: "Amo il calcio e nessuno me lo porterà via. Sono orgoglioso della mia carriera e di come ho vissuto, anche se ho affrontato momenti difficili compreso quest'anno. Bisogna essere forti, sono ancora giovane e non ho intenzione di smettere".

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