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Accadde oggi: il City di Mancini torna campione d’Inghilterra dopo 44 anni

Nel 2012 i Citizens dovettero sudare fino all’ultimo minuto di recupero per festeggiare la conquista di un campionato che rischiava seriamente di essere perso

13 Mag 2020 - 08:23

La Premier League 2011-2012 si decise all’ultima giornata e in pieno recupero. Il Manchester City, allenato da Roberto Mancini, piegò in casa 3-2 il QPR e si assicurò il titolo dopo 44 anni di digiuno. Doveva essere una passeggiata e invece, dopo il vantaggio iniziale di Zabaleta, i Citizens rischiarono incredibilmente di regalare il campionato allo United facendosi ribaltare il risultato; allo scadere, però, Dzeko e Aguero fecero esplodere l’Etihad.

Prima dell’ultima giornata di campionato entrambe le formazioni di Manchester hanno 86 punti in classifica. Il regolamento della Premier League prevede però che, a parità di punti, le squadre vengano piazzate in base alla differenza reti la quale, in questo caso, premia nettamente il City (+63 a +55) grazie anche alla goleada nel derby dell’Old Trafford, vinto 6-1. Sulla carta il Manchester City dovrebbe vincere abbastanza agevolmente tra le mura amiche contro il QPR, che lotta per non retrocedere, rendendo così ininfluente l’eventuale vittoria (anche quella non particolarmente difficile) dello United sul campo del Sunderland. Eppure, fino al 92’ minuto di gioco, il City, allenato Roberto Mancini, sta incredibilmente perdendo contro un avversario ridotto in dieci uomini, consegnando di fatto il titolo ai rivali storici dello United.

La sfida parallela si mette già al 20’ del primo tempo a favore dello United, che passa in vantaggio con Rooney (che si rivelerà l’autore del gol partita), collocandosi in testa alla classifica con due punti di vantaggio. La risposta del Manchester City giunge al 39’, quando Zabaleta sigla il gol dell’1-0 contro il Queens Park Rangers con un destro ravvicinato non irresistibile, riportando il City in vetta. A questo punto, però, succede l’incredibile: la grande paura per i tifosi del Manchester City si materializza all’inizio del secondo tempo, quando Djibril Cissé firma l’1-1 su un clamoroso errore in ripiegamento difensivo di Lescott. Una paura per i tifosi che si trasforma in dramma, quando il QPR, nel frattempo rimasto in dieci uomini per l’espulsione di Barton, riesce a ribaltare la situazione del match (e dello scudetto) grazie a un colpo di testa di Mackie, lasciato colpevolmente tutto solo.

L’Etihad Stadium è gelato. Il City si riversa in attacco, ma non riesce a sfondare il muro eretto da Hughes e, con il passare dei minuti, si affievoliscono le speranze di vincere il titolo. Quello che accade nei minuti di recupero del match diventa però un qualcosa destinato a entrare di diritto nella storia del calcio. Vengono concessi cinque minuti di recupero e, quando i tifosi Citizens sono ormai in lacrime, prima Dzeko al 92’ trova il 2-2 di testa sul calcio d’angolo di David Silva, poi Aguero fulmina Kenny al 94’, su assist di Balotelli, per il definitivo 3-2. Il Manchester City è campione d’Inghilterra dopo 44 interminabili anni dall’ultima volta; il QPR, nonostante la sconfitta, si salva. Finale pirotecnico e beffardo per gli uomini di Ferguson, che attendevano a Sunderland notizie positive per loro, dopo avere completato il proprio compito. E invece quello stesso ribaltone durante l’extra-time, che nel ’99 fece laureare campione d’Europa lo United ai danni del Bayern, questa volta è stato fatale. Mancini può così festeggiare il suo quarto campionato conquistato da allenatore.

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