Il luna park dell'Inter non è ancora finito, ci sono altre sette partite per capire se questa squadra ha posto delle basi per il futuro o è condannata ad alternare strisce convincenti a tonfi inquietanti. Contro il Torino si è visto un copione mai dimenticato in casa nerazzurra: trovato il vantaggio dopo una buona partenza, il controllo del match è diventato sempre meno saldo fino al pari degli avversari, che spegne il cervello, riaccende antiche paure e porta alla sconfitta.
In linea generale non è mai saggio prendere una partita ed elevarla a regola generale. E' vero: l'Inter non perdeva in casa da quasi tre mesi. E' vero, Miranda era stato espulso solo un'altra volta, ed era la sesta giornata. Ma analizzando gli episodi visti contro il Toro e lasciando perdere il singolo giocatore che li ha provocati, vengono in mente tante situazioni simili che, nel corso della stagione, non sono ancora state risolte. I gol subiti nel finale (Carpi, Sassuolo, Firenze), la cattiva gestione del match (ancora Firenze, contro la Roma, più altre gare a rischio come in casa contro il Bologna) e le "follie" individuali (Melo contro la Lazio, Miranda domenica).
Se sugli errori individuali ogni giocatore deve fare un esame di coscienza, il dito è puntato pure contro Mancini. Di Eder finito presto in panchina se n'è già parlato a lungo, sono altri due i dati preoccupanti da imputare al tecnico. Prima di tutto la gestione del risultato: il Mancio ripete da settimane "sbagliamo sempre a non chiudere il match, bisogna segnare di più". E' però difficile fare due-tre gol se dopo il vantaggio la squadra abbassa i ritmi a tal punto da spegnersi, questa Inter non ha ancora la maturità per fare giro palla a lungo, deve sempre essere sul pezzo. E poi la formazione, dopo qualche settimana di "titolarissimi" siamo tornati agli esperimenti (vedi Santon ripescato e in campo per 90 minuti).
La sconfitta contro Ventura, se non altro, può davvero essere il punto di (ri)partenza in vista della nuova stagione. La Champions è ormai svanita, arrivare quarti evitando i preliminari di Europa League è il primo passo. Poi, servirà individuare le carenze (terzino sinistro, un centrale di centrocampo oltre Banega, un vice-Icardi), magari senza fare una nuova rivoluzione (panchina compresa) che non aiuta a trovare un undici stabile e quella solidità fondamentali per evitare alti e bassi nell'arco della stagione.