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Gattuso, le due punte, la risposta che ha già dato e altre storie

Da Ancelotti ad Allegri, da Montella e Seedorf: quando Berlusconi invoca il suo schema d'attacco. Vincente

20 Dic 2017 - 15:47

"Ho ascoltato il presidente Berlusconi con grande attenzione. Lo conosco bene, non è la prima telefonata che mi fa. Da giocatore ho parlato spesso con lui. È uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio, abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan". Le parole sono di Rino Gattuso. Le ha pronunciate il 28 novembre, conferenza stampa del suo primo giorno di lavoro a Milanello. Sono la risposta -retrodatata- a quello che Silvio Berlusconi ha suggerito oggi per il tecnico cui è molto (molto) affezionato. Riguarda il passato e il presente. Diciamo pure il futuro.

Nel capitolo-risposte degli allenatori che si sono avvicendati al Milan, a proposito del "teorema due punte", ce ne sono di varie. E hanno riguardato allenatori-mito (Ancelotti), tecnici vincenti (Allegri, lo scudetto), meteore (Seedorf) e il fresco d'esonero Montella. Sono piccole storie, istruttive e mai le solite, fermo restando quel teorema che il Cavaliere ha sempre avvertito come stretta necessità per arrivare al successo. Vista la Storia del Milan, non gli si può non dare ragione.

Citiamo Ancelotti, campione d'Europa in carica dopo aver vinto la Champions nel 2003. La stagione successiva, con intuizioni tecniche che lo inducevano a schierare la formula "albero di Natale" (4-3-2-1), il Milan andava bene in campionato (avrebbe vinto lo scudetto), benino in Champions (eliminato nei quarti) e comunque quella formula era vista un po' così, come un disagio. Il 24 febbraio 2004, incalzato dai cronisti, Carletto sbottò: "Sono due mesi che vi dico che noi con due punte giochiamo già". "Passiamo oltre, per cortesia". "Non voglio sdrammatizzare la vicenda né parlarne troppo, e non va bene. Berlusconi? Dico solo che l'altra sera, a cena con lui, mi sono divertito, ho mangiato bene e non ho neanche pagato: cosa si vuole di più?". (Ancelotti al Milan è durato per altri cinque anni, fino al 2009).

E' la volta di Clarence Seedorf, lampo rossonero della panchina, gennaio-giugno 2014. “Il presidente non impone niente, supporta la squadra. Avere una o due punte non vuol dire essere meno offensivi, non conta il sistema di gioco, ma la filosofia. Berlusconi è consapevole dell’evoluzione del calcio, lui ama due punte, io ne porto 4 o 5". Era il 2 febbraio 2014. Per Clarence l'avventura sulla panchina rossonera è stata poco più di un blitz. 

Max Allegri ha vinto lo scudetto 2011 sulla panchina del Milan, dove è rimasto fino a gennaio 2014. Certe sue scelte tecniche offensive era discusse. E a chiusura della stagione 2012-2013 (era il 3 giugno 2013) disse: "Sono molto contento, la società idem, siamo pronti per ripartire e cercare di migliorare rispetto all'anno scorso. Dobbiamo lavorare con serenità mantenendo il giusto equilibrio. Ora, però, ho bisogno di un po' di ferie. Col presidente ho un ottimo rapporto, è normale che ci possano essere visioni diverse, ma questo non significa non andare d'accordo".

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