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Gattuso guarda avanti: "La paura ci blocca, cancelliamola. Higuain? Basta un gol, e risolviamo tante cose..."

Le riflessioni di fine anno del tecnico rossonero. In attesa della Spal e senza pensare alla sua panchina

28 Dic 2018 - 00:01

Prossima fermata a San Siro, per Milan-Spal. Dicono (non da oggi) che questa possa diventare la tappa fatale (e finale) per Rino Gattuso. Risultati alla mano, questo gelido dicembre rossonero ha riservato solo ceffoni. E paura. Quella che sta prendendo un po' tutto il Milan che sul campo prende pochi gol (1 in 4 gare), ma non segna più (0 gol in 4 gare). Depressione collettiva? Forse. Non a carico di Gattuso, però, che affida a Milan TV le sue riflessioni senza mai toccare il tasto della (sua) panchina, guardando al futuro e alla voglia di ripartire, parlando molto e un po' di tutti. Non di se stesso. Milanista sempre.

La prossima battaglia. “Il nostro scudetto è arrivare in Champions League e noi abbiamo il dovere di mettere qualcosa in più tutti noi. Il rammarico più grande è non aver sfruttato quelle occasioni di allungare sul quinto posto e siamo un po' caduti in depressione per quello. Abbiamo squadre forti come Roma e Lazio con cui ci stiamo giocando questa qualificazione. Fra due giorni abbiamo una battaglia contro la Spal. Affronteremo una squadra scorbutica e non ci resta che vincere, perché abbiamo regalato abbastanza".

Manca il gol.
"Sono sicuro che se questa squadra troverà la via del gol, ci sbloccheremo esattamente come abbiamo fatto in difesa dopo la prima partita senza subire gol. Credo manchi poco".

Che cosa è successo a Higuain. "Ha sbagliato un rigore importante, ha preso un cartellino rosso e tutto il mondo ha parlato di lui. Io voglio rivedere il Pipita del secondo tempo di Frosinone, non è stato bravo a livello di conclusioni, ma voglio vedere quel tipo di giocatore. Non è solo lui, ci stanno venendo a mancare i giocatori tecnici. Suso sta convivendo con dei piccoli problemini, Calhanoglu sta giocando al di sotto delle sue possibilità".

La classifica: "C'è troppo pessimismo. E' vero che potevamo fare il salto di qualità e non l'abbiamo fatto, ma respiro un'aria che non mi piace. Anche quando eravamo quarti sembrava quasi scontato e che questa squadra dovesse fare di più in termini di posizioni in classifica. Sembra che tutto quello che si fa è tutto da buttare via e penso che anche i giocatori percepiscano tutto questo".

L'emergenza e la classifica: "Nei momenti di emergenza questa è una squadra che ha sorpreso tutti, che giocava con entusiasmo e senza nulla da perdere. Abbiamo avuto due partite contro Torino e Bologna in cui avremmo potuto staccare le rivali. Sono rimasto molto deluso dal primo tempo della mia squadra, sembrava che il Frosinone si giocasse il quarto posto. Fino a tre giorni fa eravamo ad un punto dal nostro Scudetto, che è la nostra Champions League. Già è difficile giocare con la maglia del Milan, dobbiamo sbagliare senza deprimerci".

L'episodio di razzismo che ha coinvolto Koulibaly: "Mi trovo d'accordissimo con quanto detto da Carlo Ancelotti. Sicuramente non siamo l'unica nazione in cui succedono questi episodi. Basti guardare in Inghilterra, dove c'è grande civiltà sportiva. Penso che sia arrivato il momento che il calcio si fermi e che le partite si interrompano. Tante volte sono quattro imbecilli che cominciano a fare questi versi qua. Non penso che l'Italia sia un paese razzista, perché ci sono tantissimi immigrati. E' giusto che una partita di calcio si sospenda".

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