L'INTERVISTA

Gasperini: "Non abbiamo vinto niente? Ogni record battuto è una vittoria"

L'allenatore dell'Atalanta fa un bilancio complessivo della sua avventura a Bergamo: "Il calcio è cambiato con noi"

  • A
  • A
  • A

"L'Europa ci ha fatto diventare più bravi, quest'anno lo siamo stati meno. Speriamo di tornare a esserlo nelle ultime sei partite".  Così Gian Piero Gasperini ha commentato il momento no dell'Atalanta durante una conversazione con Luigi Garlando. Non si è parlato delle prossime partite, ma il Gasp ha raccontato alcuni aneddoti riguardo agli anni passati e alla magia che ha trasformato l'Atalanta da provinciale a squadra di alta classifica. "In sei anni è cambiato il calcio insieme all'Atalanta - ha spiegato il tecnico torinese in occasione di un evento a Bergamo - era una squadra di marpioni fondata sull'esperienza e sul mai il passo più lungo della gamba, poi dalla famosa gara col Napoli imposi i giovani del vivaio, corazzieri come Caldara, Gagliardini, Conti, Petagna, poi Bastoni". Il resto è storia.

Vedi anche Calcio Atalanta: 52 ragazzi ucraini ospiti allo stadio "Travolgevamo gli avversari nei primi venti minuti". Poi siamo cambiati diventando una squadra internazionale" aggiunge il Gasp, che non viene risparmiato dalle critiche, nonostante i grandissimi risultati ottenuti. "Non abbiamo vinto niente? Tutti i record battuti sono vittorie", risponde secco al più ricorrente appunto sul suo ciclo. E poi aggiunge: "Sono rimasto male quando in estate ho sentito un tifoso dire che invidiava quelli del Verona perché hanno lo scudetto in bacheca. Detto questo, lavoreremo per vincerlo...", e sorride.

Bergamo vive in simbiosi con i colori della Dea: "Qui c’è grande attaccamento - sottolinea il Gaspalcuni giocatori non lo conoscono dopo due anni di pandemia". Poi conclude con un pensiero al suo passato da calciatore nella massima serie: "Sono legato alla mia figurina singola in A col Pescara, dopo anni di doppie in B - ricorda con un pizzico di nostalgia - da bambini scambiandocele, eravamo un po' come i direttori sportivi. Poi conclude: "I giovani di adesso hanno in tasca il telefonino e hanno più conoscenze. Io nei miei vent'anni discutevo i contratti senza procuratore. Forse c'era più personalità, ci si formava di più".

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti