Dopo il rifiuto della coach ("Incoraggiamento più grande? Il messaggio di Ettore Messina ha avuto grande valore"), per la panchina biancoblu il favorito è Cotelli, ma attenzione a Menetti
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È durata poco più di 24 ore, dal pomeriggio di una domenica di fine giugno alla serata del lunedì seguente, l'affascinante prospettiva di immaginare una donna sulla panchina di una squadra di Serie A maschile. Cinzia Zanotti ci ha dormito su, e la notte ha portato consiglio: il contratto già in essere col GEAS Basket presupponeva maggiori garanzie che non raccogliere l'eredità di Giuseppe Poeta alla guida della Germani Brescia. "Non una risposta per sempre, ma un arrivederci", come ha detto la 61enne stessa ai quotidiani che l'hanno contattata per approfondire il rifiuto del'offerta biancoblu.
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Giornale di Brescia, Corriere della Sera (ed. Brescia) e Gazzetta dello Sport riportano le ragioni del "No" di Zanotti: "Sono due mondi diversi: in quello maschile non ho mai lavorato, per una questione di tempistica ho preferito declinare. Ho detto di no per i tempi un po' stretti: c'è da fare la squadra velocemente. Si tratta di un "No" per quest'anno, può essere che ci sia invece una risposta diversa in futuro. Non sentivo la necessità di accettare solo per dimostrare qualcosa. Non mi aspettavo tutta questa attenzione, ma poi ho realizzato che una donna alla guida di una squadra maschile di vertice non si era mai vista, sarebbe stata una cosa storica. Probabilmente in Europa sarei stata la prima".
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Una scelta non dettata dalla paura: "Diffidenza? Un allenatore del maschile che va nel femminile è normale, viene accolto con naturalezza. Ma il viaggio opposto è più difficile. All'inizio sembra che ci sia sfiducia, mi rattrista. Speriamo che questo clamore aiuti a collegare i due mondi: la competenza è la stessa".
Il merito anche solo per aver creato dibattito è dell'Amministratore Delegato della Germani, dal coraggio più che riconosciuto già per aver affidato la panchina bresciana negli ultimi anni a due tutt'altro che navigati ai massimi livelli come Magro e Poeta: "Mauro Ferrari è stato insistente ma anche super protettivo da subito, molto delicato. Lo ringrazio, la sua è stata un'idea a suo modo geniale, è il primo che ci ha pensato. Noi del basket femminile siamo viste spesso come "sfigate", ma non capisco perché un uomo possa allenare le donne senza alcun problema".
Le reazioni dall'esterno, di addetti ai lavori e degli appassionati comuni, sono state ambivalenti, agli occhi di Zanotti: "I commenti sui social? Sì, mi avevano infastidito. Cattiverie gratuite, maschilismo, ignoranza, valutazioni slegate da qualsiasi competenza. Ma è stato solo un momento, ho smesso di curarmene, non li leggo mai: i commenti beceri non meritano attenzione. Ciò che conta davvero sono i tanti messaggi di stima che ho ricevuto: travolgenti. Alla fine di queste giornate diverse, io sono serena: ho fatto il pieno di energia, stimoli ed entusiasmo. L'incoraggiamento più grande? Sicuramente quello di Ettore Messina, il suo messaggio ha avuto grande valore".
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Se per Brescia si è chiusa una porta, qualcun altro che non sia Cinzia Zanotti dovrà pur prendere le redini tecniche della finalista scudetto: il sostituto naturale sarebbe Matteo Cotelli, nello staff tecnico bresciano da 11 anni e vice di Poeta nell'ultima annata. La soluzione "interna" è quella favorita, stando alle fonti consultate anche da Bresciacanestro, ma non sono escluse alternative: la risoluzione anticipata del contratto tra lo Zalgiris Kaunas e Max Menetti (vice di Trinchieri nell'ultimo anno e mezzo in Lituania) rende il 52enne friulano un profilo gradito alla dimensione di Brescia, che andrebbe così su un "usato sicuro" dopo l'ottima esperienza più che decennale in LBA maturata tra Reggio Emilia e Treviso.
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