Insulti e razzismo. la NBA dice basta: tolleranza zero verso i tifosi "colpevoli"

La Lega vara nuove regole contro ogni forma di intolleranza nei palazzetti

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La prima palla a due sta per essere alzata e la NBA si fa trovare pronta. Regole nuove per giocatori e allenatori, ma anche per i tifosi. Quest’estate la Lega ha voluto affrontare un serio problema con una dozzina di giocatori che rappresentano la categoria: il comportamento dei tifosi. Troppo spesso, infatti, i campioni del basket più bello del mondo si sono trovati a dover subire insulti di vario tipo dagli appassionati seduti nelle prime file. Posti pagati migliaia di dollari, ma che non consentono di poter sommergere i protagonisti in campo con ogni tipo di offesa. Soprattutto, al centro della discussione, è emerso il tema del razzismo.

La maggior parte dei giocatori NBA sono neri e non saranno consentiti commenti sul colore della pelle. Pena l’espulsione dal palazzetto, se non peggio. Anzi un vero e proprio regolamento è stato stilato. In caso di insulti alla persona o ai familiari, i responsabili della sicurezza dovranno intervenire e indagare sull’accaduto, potendo scortare fuori dal campo i colpevoli. Nel recente passato Russell Westbrook e DeMarcus Cousins sono stati vittima di insulti razzisti a Salt Lake City e a Boston, mentre Kyle Lowry è stato addirittura spinto da un componente dell’organizzazione dei Golden State Warriors, poi squalificato per un anno dalla Lega. Episodi inaccettabili che la NBA non ha semplicemente condannato, ma che si rifiuta di veder ripetere. Ecco perché ci saranno nuove regole, per i giocatori, ma anche per i tifosi.

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