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ATLETICA

Pernici in continua crescita sugli 800 metri punta a nuovi esaltanti traguardi

Intervista esclusiva al mezzofondista reduce dal primo grande successo internazionale nel meeting di Nancy con il terzo personale in poche settimane

di Ferdinando Savarese
07 Lug 2025 - 12:49
 © Grana/Fidal

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Franceso Pernici, 22enne specialista degli 800 metri, ha vissuto la settimana più bella della sua pur giovane carriera agonistica tra il 27 giugno e il 4 luglio scorso, due giorni nel primo dei quali si è piazzato al secondo posto nei campionati europei a squadre di Madrid, con un fondamentale contributo di punti per la vittoria finale dell'Italia, mentre nell'altro ha vinto il suo primo grande meeting internazionale di Continental Tour Silver a Nancy, migliorando oltretutto in entrambe le occasioni il proprio personale, con 1'44"39 in Spagna e 1'44"28 in Francia.

Un grande inizio di stagione quindi per il giovane mezzofondista lombardo, nato il 18 febbraio 2003 a Esine in provincia di Brescia, che si era già messo in evidenza il 2 giugno con la vittoria nella serie minore del Palio della Quercia a Rovereto, dove era sceso per la prima volta sotto la barriera dell'1'45 con 1'44"59, per poi successivamente migliorarsi altre due volte e ottenere anche, già dalla gara di Madrid, il minimo di partecipazione fissato in 1'44"50 per i mondiali di Tokyo a settembre, che saranno la sua seconda esperienza in tale massima competizione internazionale dopo quella di Budapest 2023 a soli 20 anni, senza dimenticare quella al coperto nei campionati di Glasgow 2024 e quella europea di Roma sempre nella scorsa stagione.

Un atleta dotato di una grandissima personalità, capace di affrontare sempre senza alcun timore una specialità complicata come gli 800 metri, con le idee molto chiare su quelli che saranno i suoi obiettivi futuri a cominciare dalla realizzazione del record italiano di Marcello Fiasconaro di 1'43"70, il più vecchio primato nazionale risalente al 1973, già sfiorato nel 2024 dal suo grande amico e compagno di nazionale Catalin Tecuceanu.

© Getty Images

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Francesco il terzo personale nelle ultime quattro gare, con tempi di sempre maggior dimensione internazionale. Ti aspettavi questa grande crescita dell'ultimo mese?

"Si mi aspettavo questa crescita soprattutto dopo aver corso per la prima volta sotto 1’45 a Rovereto lo scorso 2 giugno. Dagli allenamenti e soprattutto dalle mie sensazioni in gara sono convinto di poter migliorare ancora molto in questa stagione".

Questo inverno al coperto hai gareggiato poco e la tua stagione si è conclusa a febbraio. Una scelta di programmazione o hai avuto qualche problema fisico?

"Questo inverno ho lavorato molto bene, allenando parecchio la parte aerobica ma purtroppo a metà della stagione al coperto ho avuto un paio di problemi tra cui un leggero risentimento al bicipite femorale destro per cui, con un po’ di amaro in bocca, ho dovuto rinunciare ai campionati italiani assoluti e a seguire agli europei e ai mondiali indoor dove avrei voluto essere presente".

In questo 2025 avete cambiato qualcosa nella preparazione?

"Da un punto di vista di carichi non è cambiato molto, salvo l'aggiunta di lavori in palestra durante il mese di aprile/inizio maggio, senza esagerare per mantenere sempre la brillantezza di corsa e ritrovare i piedi buoni. La chiave vera però penso sia stato il lavoro mentale, l’approccio con le gare, il fatto di entrare in pista con la voglia di divertirmi, di sentire quell’ansia prima della gara e l’adrenalina che scorre lungo il corpo, ma soprattutto avere la consapevolezza che non bisogna guardare gli altri ma impegnarsi sempre di più per superare se stessi".

© Getty Images

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Tu sei un mezzofondista molto veloce anche perché hai iniziato con i 400 metri che erano la specialità di tua madre. È lei che ti ha ispirato verso l'atletica e come sei approdato poi agli 800 metri?

"Mia madre fin da ragazzina ha sempre praticato atletica ma a farmi avvicinare per la prima volta all'atletica é stato mio nonno intorno all’età di 9 anni, e con il tempo quello che inizialmente era un gioco si è trasformato in una passione vera e propria, e adesso anche nel mio lavoro. Il mio approdo sugli 800 è avvenuta nella stagione indoor 2019 al primo anno di categoria allievi, ho sempre nella testa il ricordo della mia prima gara vinta a Padova in 2’07, continuando poi a lavorare per migliorare e superare un passo alla volta limiti che pensavo invalicabili come la barriera dei 2 minuti, la prima partecipazione a un campionato italiano e tante altre cose che mi hanno fatto provare delle grandi soddisfazioni personali, fino ad arrivare a oggi, con tanta strada ancora da fare e nuovi grandi traguardi a cui ambire".

Gli 800 metri sono forse la disciplina di corsa più difficile da interpretare perché ci vuole resistenza, velocità ma anche tanta tattica nel saper interpretare le varie situazioni che si creano. La tua caratteristica di provare a correre sempre davanti da cosa nasce?

"La mia caratteristica di correre le gare davanti é un qualcosa che mi é sempre venuta naturale fin da bambino. Sono sempre stato dell’idea che se un atleta ha le gambe ma soprattutto la testa può benissimo condurre dall'inizio alla fine e, volendo fare il massimo paragone, ricordo come il keniota Rudisha abbia vinto le Olimpiadi di Londra 2021, con anche l'attuale record del mondo, stando in testa dal primo all’ultimo metro. Ciò nonostante quest’anno penso di essere maturato molto a livello di tattica e lettura della gara, o meglio so leggere le varie situazioni che si creano e cerco di adattarmi al meglio possibile, aspetto fondamentale in questa disciplina. Ci sono ovviamente ancora molte cose su cui devo lavorare, e devo aumentare la mia esperienza correndo e confrontandomi con atleti di sempre più alto livello nelle competizioni importanti. Quindi, condurre le gare in testa é una mia tipica tattica di gara, ma ho anche capito che é importante riuscire a rendere al meglio possibile in ogni situazione, in fondo al gruppo, in mezzo tra le botte e ovviamente anche in testa, adottando di volta in volta una diversa strategia".

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A parte i periodi di raduni in altura, dove ti alleni abitualmente e da chi è formato il tuo gruppo di lavoro?

"Mi alleno nella pista di Breno, a circa 3 km da casa mia, ma con il fatto che é una pista molto dura e vecchia in certe occasioni vado anche alla pista di Darfo a un quarto d’ora da casa. Mi capita pure di andare fino a Brescia allo stadio Gabre Gabric, ma meno frequentemente rispetto alle altre due piste. Per quanto riguarda il mio gruppo di lavoro é formato principalmente dal mio allenatore Dalmazio Bersini, che mi segue da quando ho iniziato a correre gli 800m per la prima volta, a seguire dal mio manager Marcello Magnani che ancora prima di correre su determinati tempi ha creduto nel mio potenziale e lavora per farmi partecipare a meeting di sempre più alto livello, il mio fisioterapista Massimo Conforti che mi segue praticamente da quando ero nella categoria allievi e conosce i miei muscoli come il palmo della sua mano e infine Stefano Delvecchio, che é il mio preparatore per quanto riguarda la forza e la tecnica".

C'è un mezzofondista del passato o anche del presente a cui ti ispiri in particolare?

"Non ho in particolare un atleta a cui mi ispiro attualmente, se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa avrei sicuramente risposto David Rudisha o il mio amico Catalin Tecuceanu, ma oggi ciò a cui aspiro é diventare un atleta che un giorno possa lasciare un segno nella storia italiana e mondiale degli 800 metri, e pertanto mi ispiro a un Francesco Pernici capace di realizzare i propri sogni".

Hai solo 22 anni e una lunga carriera davanti. Quale è il allora tuo sogno più grande per il futuro?

"Il mio sogno nel cassetto è quello vincere un giorno le Olimpiadi sugli 800 metri".

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L'anno scorso purtroppo hai fallito l'obiettivo di partecipazione alle tue prime Olimpiadi che erano alla tua portata dopo aver già avuto la prima grande esperienza mondiale all'aperto nel 2023 a Budapest a soli 20 anni. Cosa non ha funzionato?

L’Olimpiade di Parigi era il grande obbiettivo della stagione e ciò che mi ha impedito di raggiungerlo é senza dubbio il non aver fatto il minimo di partecipazione e, se non mi avessero squalificato per una spinta nella semifinale degli Europei a Roma, avrei potuto prendere qualche punto di ranking in più e magari qualificarmi tramite tale strada alternativa. Alla fine invece cercare di fare quel minimo era diventata una 'malattia' e tra una cosa é l’altra mentalmente non c’ero più ma, in ogni caso, non ho rimpianti e non piango sul latte versato, in quanto ciò che conta davvero è rialzarsi da queste delusioni, perché solo così si può crescere sia come persone che come atleti. Inoltre una cosa importante che ho capito é come non si debba inseguire un tempo, o basarsi sui risultati e i miglioramenti degli altri. Bisogna lavorare per superare se stessi, allenarsi duramente con tanta passione, con la vera fame. É importante entrare in pista con la voglia di divertirsi, senza temere nessuno, correre con il cuore, con la passione, e con la consapevolezza che superando me stesso nessuno mi potrà fermare".

Il 27 giugno 1973 Marcello Fiasconaro realizzò all'Arena di Milano sugli 800 metri il tempo di 1'43"7 manuale, di fatto 1'43"70 ai fini statistici, che vale quale più vecchio primato italiano resistente da oltre 52 anni. Quanto pensi di essere vicino a superare tale limite storico?

"Il record di Fiasconaro é un risultato storico che resta imbattuto da veramente tanto tempo. Penso di essere molto vicino a superarlo, e diventare il primo italiano dopo 52 anni ad abbattere questo muro ed é sicuramente uno dei miei grandi obbiettivi per questa stagione. Devo solo avere pazienza, lavorare un passo alla volta, senza fretta giorno per giorno. Il record si sta avvicinando sempre di più, io continuerò a lavorare sodo e sono sicuro che arriverà".

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Quali saranno i tuoi prossimi impegni sino ai mondiali di settembre, considerando anche che non hai nessuna ansia da ranking in quanto hai già il minimo di partecipazione?

"Parteciperò agli europei under 23 di Bergen in Norvegia dopo la metà di luglio, poi ai campionati italiani assoluti di Carole a inizio agosto, e ai mondiali di Tokyo a settembre. Nel mezzo sicuramente farò un periodo di preparazione nel mese di agosto in vista dei mondiali e spero anche di riuscire a fare qualche bella gara per poter migliorare, chissà magari riuscire a fare anche una Diamond League a cui non ho mai partecipato".

Che obiettivo ti poni per i campionati del mondo di Tokyo?

"Si punterà ovviamente a superare tutti i turni, un passo alla volta. Raggiungere la finale mondiale é decisamente un grande obbiettivo, ma non impossibile, anzi sono sicuro che con tanto impegno e duro lavoro mi farò strada con gli artigli fino alla finale".

C'è qualcuno in particolare che ti senti di ringraziare per l'atleta che sei diventato?

"Un ringraziamento speciale va proprio al mio allenatore. Per me é come un padre. Insieme condividiamo lo stesso sogno. Ciò che distingue il mio team al di fuori del tema professionale é proprio il legame umano che ho con queste persone, e questo é molto importante per fare la differenza sempre A seguire non può mancare la mia fidanzata Martina che mi sostiene sempre dandomi tanta carica per bruciare la pista. Siamo cresciuti insieme e il suo supporto é un qualcosa che non si può descrivere a parole, come anche quello dalla mia famiglia che fa sempre di tutto per non perdersi le mie gare, ed essere il tifo più grande dagli spalti, in particolare la mia mamma Valentina. Ci tengo anche a citare la Federazione Italiana di Atletica, il mio gruppo sportivo delle Fiamme Gialle e il mio sponsor tecnico Puma con il suo staff per il grande sostegno del mio percorso come atleta".

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