Milan, Galliani: "Concentrato sul lavoro fino al closing, poi solo tifoso"

L'ad rossonero: "I dirigenti passano, questo è un amore eterno"

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"L'amore per il Milan è eterno, io sono assolutamente concentrato sul mio lavoro. Fino al giorno del closing, sarò assolutamente concentratissimo come sto dimostrando. Poi rimarrò tifoso del Milan. L'amore non passa". Così l'attuale ad del Milan Adriano Galliani ha ribadito che lascerà il club una volta completato il passaggio di proprietà. "I dirigenti passano, ma è importante che il Milan continui a fare bene come con il presidente Berlusconi".

Parole che Adriano Galliani ha pronunciato dopo aver ricevuto la "Guirlande d'honneur" dalla Ficts, a Milano. "Se mi dispiace lasciare il Milan così caldo? Il Milan - ha aggiunto - fra poco compie 117 anni. L'importante è che il Milan continui e che faccia bene come col presidente Berlusconi. Amo ricordare non solo i 28 trofei ma anche i 16 secondi posti. Che sono 28/29 e 16/17 perché con la nostra gestione abbiamo conquistato un'ultima finale che è quella di Doha. Il totale fa 45. I dirigenti passano, ma è importante che il Milan continui, poi cerchi di fare bene in futuro come bene abbiamo fatto con il presidente Silvio Berlusconi in questi anni".

Intanto, di certo, è questo un buon momento per il Milan. E alla ripresa il derby con l'Inter: "Quando vinci e la prossima partita è dopo 15 giorni hai 15 giorni di gioia. Peccato che dopo tre giorni dopo la Juve è arrivato il Genoa. Abbiamo una posizione di classifica molto buona. E' una buona squadra ma lo era anche l'anno scorso. Ci sono gli anni in cui le cose vanno bene. Gli anni in cui i giocatori si separano dalle mogli, l'anno scorso è stato il record, quest'anno invece tutti d'amore e d'accordo. In trent'anni credo di aver capito i meccanismi come la religione. Ci sono gli anni dove ci sono i misteri gaudiosi e quelli dolorosi. Quest'anno sembra un mistero gaudioso".

Non è un mistero, invece, l'esplosione di Lapadula: "Giocava a Teramo fino al 30 giugno 2015 e al primo gol viene chiamato in Nazionale. Il ragazzo non ci credeva, era a Torino ed è partito come un razzo. Ha una cattiveria agonistica che non ha eguali negli altri 27 giocatori del Milan. Rincorre chiunque, anche a Milanello tra i vialetti. Ha una ferocia agonistica che raramente ho trovato in questi trent'anni. Con la volontà si può fare tanto e lui ce l'ha di ferro".

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