Lotito:"Da 10 anni combatto ultras"

Il presidente della Lazio: "Non confondiamo i delinquenti da tifosi"

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"Pallotta ha ragione? Come Lotito ha ragione da 10 anni: io sono stato il primo a farlo è lui che segue me". Non usa, come sempre, giri di parole il presidente della Lazio Claudio Lotito che sintetizza così la battaglia ormai aperta e chiara tra il patron Pallotta e i tifosi della Roma. "Io sono stato il primo. Da 10 anni combatto non i tifosi, perché è un termine improprio, non confondiamo i delinquenti da tifosi", dice ancora Lotito.

"La stragrande maggioranza delle persone sono per bene che vogliono tifare la loro squadra del cuore. Poi una sparuta minoranza di gente è additata impropriamente come tifosi, delinquenti abituali che usano il calcio come cassa di risonanza. Dobbiamo avere il coraggio - conclude - di fare una separazione netta tra delinquenti e le persone per bene che poi disertano gli stadi e subiscono".
Durante il suo intervento Lotito ha ricevuto qualche 'buu'. A loro si è rivolta Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Raciti: "queste urla un poco mi hanno scosso, il mio trauma non e' dal colpo di pistola ma deriva dai giovani".

"Quando si ama una squadra bisogna supportarla sempre, e soprattutto nei momenti più complicati, perché è molto facile salire sul carro dei vincitori. Questo dovrebbe fare una tifoseria". "Io sono straniero, è una scoperta per me il calcio italiano, non ho da dare lezioni a nessuno - ha aggiunto poi il tecnico francese della Roma -, mi auguro solo che questo tipo di convegni servano per fare in modo che in futuro i genitori non debbano chiedersi a casa se portare allo stadio i propri figli". "Ho sempre pensato che lo sport in generale, e il calcio in particolare, sia una formidabile scuola di vita perché nello spogliatoio non esistono distinzioni in base al colore della pelle o alla religione, conta solo se un giocatore e' bravo o meno - ha concluso Garcia - E questo è un esempio che la società dovrebbe fare proprio. Noi allenatori comunque dobbiamo essere ogni giorno d'esempio per i giovani che guardano le partite. Nella mia vita privata e professionale la parola 'rispetto' è veramente tanto importante. Ma so bene che effettivamente un individuo da solo può essere una buonissima persona, ma quando si sta in gruppo si può anche cambiare e seguire dei cattivi esempi".

"Dobbiamo decidere dove vogliamo arrivare e se c'è un limite che non possiamo superare: quello della legalità. Chi lo supera non merita di stare allo stadio con noi". "Noi genitori dobbiamo essere i primi a trasmettere i valori persi per strada - ha aggiunto - il calcio è gioia di stare insieme. Vedere genitori allo stadio con in mano il figlio provocare è una cosa molto triste. E noi addetti ai lavori non dobbiamo mai andare sopra le righe, possiamo essere un esempio. Noi per rispetto della nostra società e dei tifosi dobbiamo dare sempre il massimo, avere comportamenti di grande serietà e professionalità e uscire dallo stadio a testa alta". Per la sua Lazio il momento con la tifoseria è idilliaco. "Stiamo vivendo un momento importante e positivo - ha rilevato -. Domenica la situazione era bellissima. Tanta gente era felice e contenta, ma è chiaro che serve essere tifosi nel bene e nel male perché il calcio e' fatto da prestazioni e momenti". Nella Capitale tifo è anche sinonimo di sfottò tra Roma e Lazio. "Gli sfottò fanno parte del tifo, entro un certo limite sono piacevoli e vanno vissuti con leggerezza - ha concluso Pioli, seduto accanto a Rudi Garcia -. Oggi abbiamo preso applausi e fischi, fa parte del gioco, ci sta. Ma questo non è uno stadio e gli applausi per tutti sarebbero meglio".

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