Kovacic l'incompiuto che divide il popolo interista

Dalle delizie di agosto all'addio precoce: storia di un talento dagli occhi tristi

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Hanno deciso così, hanno deciso di sciogliere un equivoco, risolvere un'incomprensione, magari disfarsi di un problema. Via Kovacic, perché Yaya Touré è diventato imprescindibile per tutti, Roberto Mancini in testa, e da qualche parte i soldi per portarsi a casa l'ivoriano vanno pure trovati. Hanno deciso così cancellando con un colpo di spugna il ricordo di certe parole ("Ripartiremo da Kovacic e Icardi", aveva detto Thohir) e di qualche golletto da lustrarsi gli occhi. Il terzo allo Stjarnan, per esempio, datato 28 agosto 2014. Oppure il siluro al volo contro la Lazio dello scorso 21 dicembre. Via Kovacic, perché è diamante a metà. Sperando di non pentirsene dopodomani.

Lui non parla, non dice nulla, magari è davvero convinto di dover cercare gloria altrove. Non è cresciuto, dicono, anche se non ha nemmeno 21 anni. Ha smesso troppo in fretta di essere precoce e hanno quindi precocemente scelto di disfarsene. Eppure ventun anni ancora da compiere. Un ragazzino, sbarbato com'è, con la sua faccia sempre un po' triste, spaesata. Non ha lo sguardo della tigre, non azzanna le partite, si accende a lampi. E' questo che non piace. Sono i passaggi laterali e comodi quando potrebbe azzardare un filtrante. E' il ripiegare verso il centrocampo quando dovrebbe puntare l'area avversaria. Difetto di personalità. Rieccolo: è questo che non piace.

Di qui l'idea di metterlo su un piatto che anticipi il "dessert" Yaya Touré. L'ivoriano, 32 anni a maggio, è un giocatore completo, autoritario, sempre al centro del gioco, forte sia fisicamente che mentalmente. Il classico giocatore che non ti puoi perdere se ti chiama, se ti dice: voglio venire da voi. Il punto, però, è un altro: perché l'Inter non può e non deve permettersi l'esperienza di Touré al fianco delle qualità acerbe di Kovacic? Perché non sa immaginarsi l'ivoriano come "tutor" del croato? Perché non cerca altrove giocatori da sacrificare?

Dicono, ripetono, lasciano trapelare che con Kovacic si può fare cassa. Verissimo, ma è un incassare limitato, oggi, rispetto al reale valore del giocatore. Quanto può ricavare l'Inter dalla sua cessione? Una ventina di milioni? Quanto varrà, domani, Kovacic? O ancora, quanto vale il Kovacic dei primi, discreti, quattro mesi dell'anno? Dei due "inamovibili" del suo progetto, Thohir è riuscito a tenere solo Icardi. Una vittoria, dato che non era facile trattenere nemmeno Maurito. Una sconfitta, per altri versi, se si pensa che a 21 anni un giocatore ha ancora tutto da dare. Che a 21 anni, Kovacic, ha ancora tutto da dare.

Eppure non si tornerà indietro: via il croato, via Handanovic - lui per scelta, vuole una squadra da Champions - via Podolski. Così è deciso. Solo il tempo dirà se la decisione è stata giusta.

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