WIMBLEDON

E' Djokovic l’avversario di Berrettini in finale, battuto Shapovalov

Il numero uno al mondo raggiunge l’atto conclusivo del Torneo londinese per la settima volta in carriera dopo avere superato il canadese 7-6(3), 7-5, 7-5

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Sarà Novak Djokovic a sfidare Matteo Berrettini nella finale del singolare maschile di Wimbledon. Il numero uno al mondo supera 7-6(3), 7-5, 7-5 Denis Shapovalov. Il serbo porta a casa il primo set al tie-break sfruttando un calo del canadese, poi chiude la gara con un doppio tiratissimo 7-5. Nole corre per il titolo numero sei ai Championships, ma soprattutto vuole continuare la corsa per il Grande Slam, impresa riuscita l'ultima volta nel 1969 a Rod Laver e mai più ripetuta.

Non poteva esserci avversario più prestigioso per Matteo Berrettini come ultimo ostacolo di questo suo meraviglioso Torneo di Wimbledon. Domenica pomeriggio, di fronte all’azzurro, ci sarà niente meno che il numero uno al mondo, Novak Djokovic: campione in carica e già trionfatore cinque volte sull’erba londinese (sarà la sua settima finale ai Championship, la 30esima agli Slam). Si tratterà del terzo confronto tra i due, dopo le ATP Finals del 2019 e i quarti di finale dello scorso Roland Garros; sfide entrambe vinte dal campione serbo. Per Denis Shapovalov c’è stato ben poco (o niente) da fare nella seconda semifinale disputata: anche se il 7-6(3), 7-5, 7-5 finale racconta di un canadese che è riuscito comunque a tenere testa a Nole, anche se si deve un po’ rammaricare per alcune occasioni sprecate che avrebbero potuto perlomeno allungare il match oltre i tre set. Come del resto capita nel primo parziale: il numero 12 al mondo strappa il servizio già nel terzo game, ma poi subisce il controbreak nel decimo gioco, complice anche un suo errore con un dritto in avanzamento. Si va al tie-break e Djokovic riesce a imporsi grazie a un doppio fallo del proprio avversario.

Nel secondo set entrambi i contendenti riescono a tenere i rispettivi servizi (con il canadese che non sfrutta ben cinque chance). Almeno fino all’11° game: il serbo alza dei recuperi non in maniera esteticamente perfetta, ma Shapovalov commette ancora un doppio fallo che vale il break decisivo per Nole. Quest’ultimo chiude sul 2-0 nel gioco successivo con un servizio esterno che manda su tutte le furie il canadese, che cerca sfogo nel giudice di sedia, reo a suo dire di non avere rifatto giocare il servizio giudicato buono solo da “occhio di falco”. Shapovalov avrebbe subito l’occasione per potere riaprire subito la partita procurandosi ben tre palle break nel secondo game del terzo set. Ma quando la palla scotta Djokovic diventa un robot: non stupisce il suo rimettere le cose a posto in men che non si dica. Come in fondo non stupisce nemmeno il fatto che Shapovalov si ritrovi per cinque volte con le spalle al muro nei game successivi e che il nordamericano riesca sempre a cavarsela; anche di coraggio. Coraggio che però si rivela eccessivo di nuovo in chiusura di set quando arriva quell’errore di troppo: stavolta di rovescio incrociato, che porta Novak a servire per il match. E, da vero killer, a spegnere i sogni del canadese, che esce in lacrime, ma tra gli applausi del campo centrale. 

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