Il romano ha sconfitto per 6-4 6-7 7-6 il belga Zizou Bergs regalando il punto decisivo all'Italia
di RedazioneLa SuperTennis Arena di Bologna diventa una bolgia quando Flavio Cobolli realizza il punto decisivo nel match contro Zizou Bergs. Il 23enne romano ha permesso all'Italia di superare per 2-0 il Belgio e volare così per il terzo anno consecutivo in finale di Coppa Davis.
Il capitolino ha superato per 6-4 6-7 7-6 il 26enne di Lommel permettendo alla squadra di Filippo Volandri di realizzare un'impresa, giocandosi per la prima volta la possibilità di conquistare uno storico tris: "Siamo un gruppo di cinque ragazzi che mette tutto quello che ha ogni volta che scende in campo. Oggi sono riuscito a portare a casa questa vittoria grazie solamente a loro. Siamo una squadra molto unita che lotta l'uno per l'altro - ha raccontato Cobolli dopo la partita -. Stiamo provando a raggiungere il nostro sogno. Ho sentito il calore dei tifosi, mi avete dato una grossa mano, giocare così è veramente più facile".
Il numero 1 dell'Italia ha dovuto combattere per oltre tre ore prima di conquistare il punto decisivo, tuttavia il pensiero va alle persone più vicine e all'amico Edoardo Bove, presente sugli spalti: "Oggi ho rischiato un po', però questa è come immaginavo la mia partita ideale. Ho sempre cercato di andare al terzo, ma ho vissuto il mio più grande sogno. Dedico questa vittoria a mia mamma che non è solita venire a questi appuntamenti, a mio fratello e a un mio grande amico che spero possa tornare presto a giocare a calcio".
Di questo successo dell'Italia in semifinale, molto c'è anche di Matteo Berrettini che aveva sconfitto nel primo match Raphael Collignon per 6-3 6-4: "I pensieri sono pochi, c'è tanta felicità, tanto calore, tanto affetto e tanta voglia di lottare. Me la sono un po' complicata, scusate. Ma alla fine è andata bene, ho lottato come sempre fino alla fine, tirando fuori tutte le energie che ho in corpo - ha spiegato il 29enne romano -. Neanche mi ricordo quanti anni avevo quando ho iniziato a sognare di poter giocare, ero con mio fratello e ricordo che fingevamo da piccoli di essere tennisti professionisti: il tempo passa veloce ma queste emozioni non passano mai".
Incredulo anche il capitano Filippo Volandri che ha faticato a seguire l'andamento della partita complice le numerose emozioni provate: "Mai visto nulla del genere in cinque anni, ma Flavio ci ha messo il cuore. Quando andavano male le cose, abbiamo sentito l'abbraccio del tifo. Queste sono le emozioni che ti ripagano di tutti gli sforzi durante l'anno - ha concluso il tecnico toscano -.Questa finale significa che abbiamo lavorato bene, visto che voglio che i ragazzi rimangano ai vertici della competizione, indipendentemente che arrivi o meno la vittoria. Ci gustiamo ancora per qualche ora questo successo, poi penseremo la finale, indipendentemente da come andrà l'altra semifinale".