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PARALIMPIADI, RIGIVAN ORO DELL'INCLUSIONE: "E CHE VE DEVO DÌ..."

02 Set 2024 - 21:36

Chi non ha visto ed ascoltato l'intervista a Rigivan Ganeshamoorthy per la vittoria dell'oro nel lancio del disco alla Paralimpiadi, la faccio quanto prima. Sui social si trova ovunque ed è ormai virale. Le sue parole rivelano ironia, allegria che vanno oltre la retorica e regalano uno spaccato di Italia, non solo sportiva, che vale anche più della medaglia che ha conquistato. E in finale ha anche realizzando tre record del mondo di seguito, uno dopo l'altro. Il nome di questo ragazzo, italianissimo, nato a Roma da genitori dello Sri Lanka è sicuramente molto difficile da pronunciare ma descrivere con le parole il sorriso e la sua simpatia lo è ancora di più. Vincere una gara paralimpica, di fronte a uno stadio pieno e dopo aver superato battaglie ben più difficili nella vita, darebbe alla testa a chiunque. Ci si potrebbe sentire in grado di dar lezioni a tutti; e invece Rigivan reagisce spiazzando tutti coloro che lo ascoltano: "Che devo di'?", replica con marcato accento romano e con un sorriso a Elisabetta Caporale che lo intervista su RaiSport per celebrare la sua vittoria. "Sono timido", aggiunge poi marpione. Quel bel sorriso, bianchissimo e preciso, spicca sul volto con la pelle scura e soprattutto è incredibilmente coinvolgente. "A chi dedichi questa vittoria?", gli chiede la giornalista con una domanda alla quale tutti gli atleti si preparano già da casa in Italia. Lui ci pensa un po' e poi spara: "A mia madre, a mia sorella, al team, a tutta Dragona, a Roma, ar decimo municipio. Al mio vicino che è venuto a casa a darmi la bandiera italiana. Sai, questo vale tanto, vale più di una medaglia d'oro. L'amicizia, chi ti viene a trovare. Questo è per tutta la nazione italiana e per i disabili che stanno a casa". Ma non c'è retorica nelle sue parole, anche perché le pronuncia con leggerezza. C'è semplicità. "Ah, me so' scordato. La dedico ad Alice, la mia ragazza". "Ma lo sai che qui ci sono state proposte di matrimonio?", suggerisce la giornalista. "No, io so' troppo giovane per sposarmi", replica scoppiando a ridere. "Ma non vuoi dirci nulla di questi tre record? Allora, domani vieni con la medaglia e ci racconti qualcosa", insiste la Caporale. "Domani mi preparo un discorso e dirò qualcosa", scherza ancora Rigivan. "Questo mondo inizia a piacerti?", conclude la cronista. E il ragazzo di Dragona ancora a scherzare: "Un po' troppi disabili...". "Ma tu hai superato tante battaglie". "È la vita, è la vita", conclude Rigivan lasciando intendere che la vita è piena di ostacoli ma è bella. Eppure il suo percorso fino alle Paralimpiadi di Parigi non è stato semplice. A diciotto anni, nel 2017, Rigivan Ganeshamoorthy ha scoperto di essere colpito dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia in genere accompagnata da parestesie alle gambe e poi alle braccia. Nel 2019, si è aggravato a causa di una caduta, così viene ricoverato all'Ospedale Santa Lucia di Roma dove inizia a giocare a basket in carrozzina. Da lì il passaggio all'atletica e ai lanci del peso e del disco di cui nel 2023 è diventato campione italiano paralimpico nelle categorie F55 e F54-55. Ieri, l'exploit a Parigi con tre record del mondo, uno dopo l'altro, nel disco F52: 25,48 metri, poi 25,80 metri e infine 27,06. Tutti a dire che non è finita, c'è anche il giavellotto nel quale Rigivan può risalire sul podio. Ma la sua vittoria è sempre spiazzare tutti. "No, non gareggio, ho deciso adesso - annuncia nell'intervista più pazza del mondo - È pesante per il mio fisico, non mi conviene...". 

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