Tendine rotuleo e corsa: cinque cose da sapere

E' il tendine che garantisce il movimento di estensione della gamba rispetto alla coscia

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Il tendine rotuleo è particolarmente coinvolto nel gesto della corsa perché attraverso il suo lavoro viene espressa tutta la forza del quadricipite, in particolare per quanto riguarda il sostentamento del peso corporeo.Insieme al medico ortopedico Luca De Ponti vediamo come gestire le situazioni di rischio collegate e i mezzi migliori da un punto di vista diagnostico e terapeutico.

Da un punto di vista funzionale il tendine rotuleo riveste un ruolo fondamentale nel gesto tipico della corsa perché trasmette la forza di contrazione del quadricipite nel suo punto di inserzione sulla tibia. Posizionato proprio sotto la rotula, il tendine è l'ultimo anello di trasmissione: con il suo lavoro garantisce il movimento di estensione della gamba rispetto alla coscia.

Pur essendo una struttura molto forte e di notevoli dimensioni, tale tendine deve reggere un carico non indifferente legato alla forza muscolare dei quadricipiti, che devono sostenere il peso del corpo più l'inerzia: la forza applicata si esprime in modo importante in particolare in discesa, dove le sollecitazioni eccentriche di stiramento risultano di maggiore portata.


L'ecotomografia rimane il migliore, anche perché si può condurre in modo dinamico e quindi è possibile vagliare il funzionamento del tendine proprio durante la sua funzione flesso-estensoria. Nei casi in cui la patologia riguarda le inserzioni anche il riscontro radiologico risulta importante. Altri esami, come la risonanza magnetica o la tac, possono essere prescritti in relazione a particolari esigenze o a patologie correlate.


L'uso non oculato di strumenti per il rafforzamento muscolare dei quadricipiti, in particolare quelle come la leg extension in cui, lavorando in catena cinetica aperta (ovvero senza il piede appoggiato), si destabilizza il ginocchio, può creare grossi problemi al tendine rotuleo ma anche alle superfici cartilaginee di rotula e femore. Un'esasperazione in questo senso è frequente nelle fasi di recupero postoperatorio – anche dopo una semplice artroscopia – e la fretta spesso può favorire l'insorgere di problemi di questo tipo.

Dipende ovviamente dalla tipologia di infiammazione: in ogni caso terapie come la tecar o il laser ad alta potenza possono collaborare non poco ad accelerare i tempi di recupero, che comunque vanno rispettati. La patologia tendinea richiede infatti del tempo per guarire, data la scarsa vascolarità del tessuto, e tentativi di ripresa precoce possono essere pagati a caro prezzo con ricadute.

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