TRAILRUNNING

Non può... nevicare per sempre: Luca Manfredi Negri ci "prepara" per un 2021 a tutto trail

Tutti i segreti della preparazione per i grandi appuntamenti trailrunning del prossimo anno nel "tutorial" di uno nostri atleti (e preparatori atletici) di punta.

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Su buona parte delle Alpi una spessa coltre di neve (come non si vedeva da diversi inverni) ricopre ormai i sentieri che nella stagione calda sono terreno d’azione (e d'elezione) di sky e trailrunners. Ma è proprio in questo periodo di calma apparente che - nel silenzio ovattato di bianco dei teatri di gara più impegnativi - aleggiano i piani di battaglia dei top runners ed i sogni più "elevati" degli amatori. In attesa del ritorno alle terre alte e - occorre sperarlo - alle competizioni.

In entrambi i casi (campioni veri e comuni ma non meno appassionati trailrunners) l’anello di congiunzione tra ambizioni e successo, tra sogni e realtà è una preparazione scrupolosa. Che inizia adesso, che anzi ormai dura dodici mesi, senza soluzione di continuità, visto che – anno dopo anno – la pausa invernale del calendario agonistico si accorcia sempre di più. Abbiamo quindi chiesto alcuni consigli - fin quasi a delineare le linee essenziali anzi di un vero e proprio piano - a Luca Manfredi Negri, trail ed ultrarunner del quale ci siamo più volte occupati. Lo scorso mese di giugno il "nostro" ha infatti realizzato il record mondiale di dislivello positivo e negativo in 24 ore, raggiungendo sulla pista C del Palabione nella sua Aprica i 17020 metri di dislivello. Limite poi ritoccato di poche decine di metri dall'ultratrailer francese Patrick Bohard alla fine di agosto. Oggi però il “focus” è appunto sull’attività di Manfredi Negri come preparatore atletico.

Luca, nel periodo invernale molti si dedicano a sport alternativi alla corsa. Qual è secondo te la migliore attività propedeutica al trailrunning?

A livello fisico e metabolico sicuramente uno degli sport più adatti è lo scialpinismo, in quanto propone un biomeccanica di avanzamento simile a quella della corsa e della camminata in salita, ma senza traumi eccessivi alle articolazioni. È vero però che si tratta di uno sport ancora molto di nicchia, poco praticato con continuità dagli sportivi che vivono in pianura. Come alternativa propongo sempre mountain bike e bici da corsa. In questo caso i muscoli coinvolti e la meccanica del gesto sono diversi, ma si tratta di discipline che permettono ugualmente di lavorare a fondo sui meccanismi energetici e sulla forza, lavorando per più ore senza stressare le articolazioni.

Sperando che il 2021 sia l’anno della ripartenza e del ritorno alle competizioni, come consigli di impostare la programmazione e l’avvicinamento agli appuntamenti più importanti?

Per prima cosa bisogna decidere quali saranno gli obiettivi principali della stagione. Si andrà poi a ritroso nelle settimane per definire gli appuntamenti di avvicinamento, la gradualità con microcicli specifici, le settimane di recupero ed i periodi di transizione. Una volta nel vivo della stagione sarà poi fondamentale inserire delle settimane di recupero tra una gara e l'altra, al fine di un recupero completo.

Nel palmares del 36enne atleta lecchese - originario di Aprica e della Valtellina – ci sono le vittorie in alcune grandi classiche delle ultradistanze quali Adamello Ultra Trail, Monterosa Walser Trail, Ultra Vipava Valley in Slovenia, Via delle Giulie Ultra Trail. Luca è attualmente secondo nella classifica ITRA (International Trail Running Association) in Italia per quanto riguarda le gare oltre i 120 chilometri, nono in Europa e quattordicesimo al Mondo.

Negli ultimi anni abbiamo visto un importante miglioramento delle tue prestazioni ed il tuo palmares diventa più ricco stagione dopo stagione. Cosa è cambiato nella tua preparazione e nella tua mentalità di atleta?

Effettivamente negli ultimi tre anni i miei risultati sono molto migliorati. Lo devo sicuramente al percorso di studio come preparatore atletico, che mi ha portato a migliorare qualità degli allenamenti, programmazione e forza mentale. Ho iniziato subito a mettere in pratica tutta la teoria acquisita, rispettando tutti i dogmi relativi all'intensità delle sedute, ai recuperi, all’alimentazione, nonché alla preparazione mentale in vista dell’obiettivo. Ho trovato una sorta di equilibrio che mi permette di affrontare diversi Ultra Trail ogni anno, senza deteriorare il mio fisico, rimanendo sempre integro motivato al massimo livello.

Da qualche anno ti dedichi anche alla preparazione atletica rivolta a questo tipo di sport estremo.

Da quattro anni ormai mi dedico ad allenare e preparare mentalmente sia gli sportivi che si affacciano per la prima volta al mondo del trail, sia atleti intermedi e da quest’anno anche atleti top. E’ un’attività che mi gratifica molto e dà enorme soddisfazione. Seguire ogni giorno i miglioramenti di ragazzi e ragazze che ci mettono anima e passione -  tra impegni di lavoro e di famiglia - mi trasmette moltissima energia positiva: sono fonte di ispirazione assoluta.

Quali sono i primi consigli che fornisci ad uno sportivo che si vuole avventurare in questo mondo?

Il più banale e letto ovunque, quello che però spesso non viene rispettato, riguarda la gradualità e la costanza. Il trail running e più in particolare la sfera delle Ultra, necessitano di anni di adattamenti fisici e mentali. È fondamentale capire la storia sportiva di una persona e il grado di fitness generale per poi fare diverse distinzioni. Chi proviene da sport di endurance come mountain bike, ciclismo, scialpinismo ed atletica parte già da una posizione privilegiata. In questi casi saranno necessari adattamenti rivolti maggiormente alla muscolatura e alle articolazioni, in quanto gli altri sistemi e apparati in linea di massima dovrebbero essere già predisposti agli stress di lunga durata. Chi invece muove i primi passi nello sport di endurance in generale, necessita di adattamenti a 360 gradi, divisi tra apparato cardiocircolatorio, apparato muscolo-scheletrico e miglioramento dei meccanismi energetici e cellulari. In questo caso i tempi si dilatano molto, con un percorso lungo che riguarderà l’intero stile di vita della persona. Il secondo consiglio che mi sento di dare è di non lasciare nulla al caso, non improvvisare ed invece leggere, documentarsi, studiare, affidarsi ad un coach: tutto questo contribuisce ad accelerare il processo di crescita, definendo un metodo ed evitando il più possibile infortuni e problemi.

Tante ore di allenamento per preparare gara estenuanti ed infinite, come e dove si trova il tempo? Come e dove li trovi tu?

Da quando sono allenatore devo dire che fortunatamente ho molto più tempo a disposizione e gestisco gli allenamenti giornalieri nel modo migliore possibile. Avendo trascorso più di dieci anni in un'azienda, lavorando dieci ore al giorno, so bene quanto sia difficile e complicato trovare tempo libero da dedicare alle passioni, soprattutto quando si hanno grandi sogni e progetti. Da questo punto di vista la programmazione dei vari cicli di allenamento durante la stagione è fondamentale: molti atleti si spingono oltre, con ore e ore di sedute in periodi della stagione nei quali non è necessario, anzi è praticamente inutile. Il mix di stress dovuto al lavoro e allenamenti intensi va tenuto sotto controllo e dosato nel migliore dei modi, poiché potrebbe far insorgere il classico overtraining. È un equilibrio sottile che va gestito giorno dopo giorno ed è soggettivo, diverso da persona a persona. Di fondamentale importanza per preparare gare endurance saranno poi i “lunghi” nel fine settimana, a cui sarà dato il giusto peso a seconda del periodo e dell’obiettivo. Consiglio quindi - sempre valutando gli obiettivi di stagione - di ridurre il carico durante i giorni infrasettimanali almeno fino a metà marzo, per poi incrementare lentamente il volume totale settimanale, approfottando dell'allungamento delle giornate e delle temperature via via più favorevoli.

Che tipo di allenamento è fondamentale per realizzare certe imprese?

Gli allenamenti più importanti sono sicuramente i lunghi, svolti a ritmo lento, con all’interno tratti a ritmo medio. È fondamentale abituare il fisico allo sforzo che andrà a compiere in gara, cercando di riprodurre il più possibile le condizioni che si affronteranno. Per preparare competizioni di oltre cento chilometri consiglio comunque di evitare troppe sedute lunghissime, oltre sei-otto ore, ed invece mettersi alla prova e fare esperienza in gare di avvicinamento, che potranno dare sicuramente migliori indicazioni riguardo lo stato di forma ed i limiti raggiunti.

Mentre si impegna per trasmettere conoscenze ed esperienze ai suoi clienti, fornendo loro gli strumenti per migliorare approccio, performances e qualità dell'esperienza (il più possibile al riparo dagli infortuni), Luca Manfredi Negri non perde di vista il suo impegno come atleta di caratura internazionale. La sua "scaletta" per il nuovo anno infatti è già ricca e prestigiosa. Si tratta di mettere "in passo" le due versioni di sé stesso e poi di sperare che... l'orizzonte torni a rasserenarsi e soprattuto ad ampliarsi e riguadagnare vastità.

Un’ultima domanda, Luca: quali sono i tuoi obiettivi per la stagione 2021?

Incrociando le dita e sperando in un ritorno alla normalità, mi aspetta una stagione molto intensa e impegnativa. Ci sarà spazio per alcune competizioni annullate l’anno passato, come 100 Miglia d’Istria, LUT Lavaredo Ultra Trail, VUT Valmalenco Ultra Trail e Cape Town Ultra Trail. Altri obiettivi saranno Chianti Ultra Trail, Doppia W Ultra, la prova TDS dell’UTMB (Ultra Trail du Mont-Blanc) e sicuramente AUT Adamello Ultra Trail. Un elenco di gare sicuramente ambizioso e molto denso, ma sono certo di poter arrivare preparato ed al cento per cento ad ogni singolo appuntamento. Tra i miei altri obiettivi ci sarà poi senz’altro spazio per il miglioramento dei servizi proposti come preparatore atletico attraverso studio, corsi specifici ed esperienze sul campo.

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