SKYRUNNING SULLA NEVE

Nadir Maguet e Martina Cumerlato campioni italiani SkySnow Classic a Gressoney  

L’atleta valdostano e la collega veneta “sbancano” la terza tappa della SkySnow Italy Cup e conquistano il titolo tricolore.

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© Stefano Jeantet

 

Luci della ribalta a Gressoney-Saint-Jean per Nadir Maguet e per Martina Cumerlato che si aggiudicano la prima edizione (by night, appunto) della Weisrunner, terza delle sei tappe di SkySnow Italy Cup by Crazy ma soprattutto il titolo tricolore FISky (nella specialità Classic) della neonata disciplina, assegnato in prova unica (ai due atleti azzurri) dalla impegnativa gara organizzata sui pendii delle piste del comprensorio sciistico Monterosa Ski Weissmatten da Franco Collé, ultratrailer di Gressoney, nonché vero e proprio "guru" dell'evento.

Residente proprio a Gressoney e tre volte vincitore del Tor des Géants (2014, 2018 e 2021, lo scorso mese di settembre al termine di un epico duello con l’elvetico Jonas Russi) il campione valdostano ha guidato la macchina organizzativa di un evento che fin da subito ha dovuto sfidare condizioni ambientali non proprio favorevoli, portando però a compimento la missione, dando prova di efficienza e professionalità e riscuotendo l’apprezzamento del presidente federale Fabio Meraldi, pioniere dello skyrunning.

© Stefano Jeantet

Weissrunner Gressoney è partita con il piede giusto: sold out a livello di iscrizioni, centosessanta atleti al via, ai quali aggiungere (sfondando così il tetto dei duecento partecipanti) i ragazzini che hanno preso parte alleg are di contorno. Terreno di sfida per la sfida tricolore by night sono state le piste del comprensorio sciistico Monterosa Ski del Weissmatten, alle porte di Gressoney-Saint-Jean e ai piedi del Monte Rosa che fa da spettacolare testata alla Valle del Lys. Ramponcini montati sulle scarpe da trail e lampada frontale in testa, gli atleti in gara si sono affrontati sulle ripide pendenze della pista illuminata intitolata a Leonardo David, giovane promessa dello sci alpino che si stava affacciando ai vertici della Coppa del Mondo quando fu vittima (nella discesa pre-olimpica di Lake Placid) di una caduta che replicò quella di due settimane prima a Cortina e che lo lasciò in stato vegetativo fino alla morte, sopraggiunta il 26 febbraio 1985: esattamente trentasette anni prima dell'edizione d'esordio di Weissrunner.

© Stefano Jeantet

Le condizioni della neve, ormai nella parte finale di questo inverno particolare (e particolarmente povero di precipitazioni ), hanno costretto Collé ed il suo staff ad apportare una modifica al tracciato originale che prevedeva di risalire la “Leo David” fino alla sua partenza a monte nei pressi del Rifugio Carlo Mollino, per poi ridiscendere lungo la vicina (ed a tratti parallela) pista blu di Lartel. Non essendo stato possibile (per via della mancanza di neve) dare il via nei pressi della SportHaus, ma direttamente alla partenza degli impianti, il piano “b” ha previsto un primo anello basso di circa due chilometri e mezzo, con nuovo passaggio… intermedio nella zona di partenza/arrivo, prima di... rompere gli indugi e "puntare" decisamente il muro finale della “David”, con le sue pendenze a tratti verticali. Si è così passati da uno sviluppo di nove chilometri e 400 metri ad uno di poco inferiore (otto chilometri e 670 nella traccia GPS da noi registrata prendendo parte alla gara), mentre il dislivello originale - 830 metri - è diminuito in modo appena apprezzabile: una quindicina di metri.

© Stefano Jeantet

Come logico che fosse, al segnale di partenza (alle diciotto in punto), il gruppo dei top runners ha subito preso il largo. Dopo il primo giro di boa l’azzurro di scialpinismo Nadir Maguet (Centro Sportivo Esercito) ha impresso alla prova un’ulteriore cambio di marcia (e soprattutto di passo), al quale hanno resistito solo due compagni di nazionale skialp: l’altoatesino Alex Oberbacher (Team Crazy/La Sportiva) ed il bergamasco William Boffelli (Team Hoka/Crazy). Un problema con i ramponcini è invece costato caro al promettente piemontese Gianluca Ghiano (Brooks Trail Runners) che ha però tenuto duro fino a chiudere la sua prova appena fuori dal podio. Giunto allo scollinamento in cima alla pista, a Maguet è come... corso (nel vero senso della parola!) l'obbligo di dare una lucidata al proprio nickname (il Mago), affondando nuovamente i propri colpi e dando appunto vita ad una “magia” fatta di talento e coraggio. Un forcing finale lungo la discesa che gli ha permesso di mettere al sicuro la vittoria, raggiunge in perfetta solitudine il traguardo in 46 minuti e 25 secondi e festeggiare il successo tricolore ma quasi… casalingo, visto che il 29enne Nadir è originario di Tognon, nella vicina Valtournenche.

© Stefano Jeantet

Da parte sua, nella picchiata finale su Gressoney Oberbacher è riuscito a mettere la freccia su Boffelli, chiudendo al secondo posto, staccato di soli ventinove secondi dal neocampione italiano. Finish time di 47 minuti e 11 secondi invece per l’orobico Boffelli, sufficiente per battere la concorrenza sul terzo gradino del podio. Nella top ten di Weissrunner chiudono anche il già citato Gianluca Ghiano, l’altro azzurro Lorenzo Rota Martin e poi - dalla sesta alla decima posizione - Mathieu Brunod, Mattia Bertoncini, Davide Cheraz, Daniel Thedy e Nicola Francesco.

© Stefano Jeantet

Al pari di Maguet (anzi con ancor maggiore autorità) la 22 enne Martina Cumerlato - in forza al Team Crazy ma soprattutto atleta azzurra di punta e di sicuro avvenire - si è aggiudicata il titolo tricolore e lo ha fatto appunto a mani basse, facendo il vuoto alle sue spalle e chiudendo la sua prova in 56 minuti e 44 secondi (diciottesima assoluta), con tre minuti e 39 secondi di vantaggio sulla seconda classificata: la triatleta Charlotte Bonin. Per completare il podio è stato necessario attendere il passaggio sulla linea d’arrivo di Margherita De Giuli. La portacolori di ASD Climb Runners - vincitrice il 13 febbraio scorso della 23K al Winter Brich di Valdengo (Biella) - è riuscita a contenere per una trentina di secondi sotto i dieci minuti il ritardo della neocampionessa vicentina, tagliando il traguardo in un’ora, sei minuti e 14 secondi. A chiudere la top five femminile l’intramontabile atleta local Gloriana Pellissier (Atletica Sant’Orso) e Alessia Minazzi (Skyrunning Valsesia 2000).

 

Prima di fare il tagliando a sci e bastoncini, casco e ramponcini, prima di mandare in lavanderia tutine, guanti e scaldacollo, per tirare fuori canotta, braghette e casomai fascia antisudore, gli atleti top e gli specialisti dello skysnow devono ora mettere a fuoco gli ultimi e decisivi appuntamenti "winter". Il cambio armadio insomma si avvicina ma solo dopo la linea d'arrivo delle gare clou della novità sportiva più cool dell’inverno - lo skysnow, appunto - che ha spiccato il volo nel giro di poche settimane grazie all’impegno della Federazione Internazionale di Skyrunning, aziende, località e comprensori dell’arco alpino (ma anche dell’Appennino) toccate dai due circuiti “dedicati”: quello federale e quello NORTEC. E poi ancora grazie ad alcuni personaggi carismatici della corsa in montagna, in natura e sui sentieri: come Marco De Gasperi e come lo stesso Franco Collé che ci ha ospitato a Gressoney ed “accompagnato” alla scoperta dello SkySnow.  

Consegnata alle statistiche la prova di Gressoney intanto (e prima di tornare in Valle d’Aosta per la Cervinia Snow Run di sabato 12 marzo) il circuito SkySnow Italy Cup fa tappa sabato 5 marzo in Valmalenco per la Sky Snow Eagle Race, quarto appuntamento del calendario. Gran finale poi sabato 2 aprile alla Sky Snow Sella Nevea (in rovincia di Udine) che - proprio come accaduto per la Classic a Gressoney - sarà prova unica di campionato italiano SkySnow Vertical, con i migliori specialisti "only-up" a darsi battaglia per lo scudetto tricolore lungo un itinerario senza respiro, che supera mille metri di dislivello positivo nello spazio di tre soli chilometri di sviluppo lineare!

 

    

         

         

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