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TRAILRUNNING

Marco Leoni e Lucia Moraschinelli firmano la prima edizione di Glacier Trail in alta Valmalenco

Roberto Pedroncelli e Cinzia Cucchi si impongono nella prova “corta” da dodici chilometri nello scenario del Ghiacciaio di Fellaria.

di Stefano Gatti
25 Ago 2021 - 12:24

La location “patagonica” del Ghiacciaio di Fellaria, nel gruppo del Bernina, ha incorniciato in modo suggestivo la passione e l’amore per la fatica sui sentieri di oltre duecentocinquanta atleti: un grande successo a livello di partecipazione ma anche organizzativo per l'edizione d'esordio di Glacier Trail, vista appunto l’ambientazione d’alta quota ad il contesto generale, quello che tutti stiamo vivendo. Insieme a quello dei vincitori e di tutti i trailrunners in gara va quindi sottolineato lo spirito d'iniziativa messo in campo dall’organizzazione, a cura della Sportiva Lanzada.

Per la storica società malenca si è trattato di una vera e propria scommessa vinta. In tempi di emergenza sanitaria infatti, rinnovare gli impegni agonistici che possono contare su una consolidata tradizione e su di una collaudata struttura è già incombenza tutt’altro che banale o scontata. A maggior ragione lo è lanciare una sfida completamente nuova, assumendosi i relativi rischi d'impresa, quando ci si deve muovere con mesi di anticipo ed al contempo l’orizzonte è tutt’altro che definito, come nel caso appunto di un evento programmato per il mese di agosto ma varato molti mesi fa ed in ogni caso posizionato in una data piuttosto delicata, a metà strada tra i numerosi appuntamenti trail e sky di un mese di luglio appunto tradizionalmente fittissimo e la "campagna" autunnale al via a settembre.

Per questo motivo il segnale dello start alle nove e trenta in punto di domenica 22 agosto ha rappresentato l’avverarsi di un sogno ed al contempo l’inizio di una giornata di trail (ed a tratti sky...) running ad alto profilo e soprattutto ad alta quota.Tanto per i concorrenti della prova lunga da ventuno chilometri  e 1200 metri di dislivello positivo, sia per quelli della non meno impegnativa - perché un po' più corribile ed "intensa" - versione da dodici chilometri (580 metri D+), scattati quindici minuti più tardi, il menu di giornata prevedeva un itinerario interamente al di sopra dei duemila metri di quota, con GPM ai 2615 metri del Passo di Campagneda, giro di boa della gara - per chi aveva scelto il percorso completo - e porta d’ingresso al settore finale di un percorso (da qui tutto in discesa fino al traguardo) disegnato a... doppio anello: prima intorno al bacino artificiale di Alpe Gera e poi (relativamente alla sola gara lunga) intorno al Monte Spondascia.

Nella sua prima parte, il tracciato prevedeva un tratto in piano su asfalto (ad unire i due sbarramenti di Campo Moro ed Alpe Gera), la ripida risalita del muraglione della seconda e più imponente struttura, il “traverso" fino al Rifugio Bignami e poi ancora l’aggiramento della sponda nord del bacino formato dallo sbarramento artificiale, la ripida rampa tutta svolte verso la spettacolare Val Poschiavina (snodo dal quale iniziava l'itinerario di rientro della 12K), attraversata poi per tutta la sua lunghezza fino alla nuova salita verso Passo Campagneda, con il passaggio sotto l'arco di legno che ricorda la mitica Skyrace Valmalenco-Val Poschiavo.  Non senza avere prima “doppiato” un altro valico: quello di Canciano, sulla linea di confine con la Svizzera e con... vista sulla sottostante Valle elvetica di Poschiavo (e quindi sul tratto centrale della Doppia W Tirano-Poschiavo, che nel 2022 si correrà nel weekend 1-2 luglio), ma soprattutto al cospetto della Vedretta del Pizzo Scalino, dopo quello di Fellaria il secondo ghiacciaio lungo il percorso di questa gara che proprio al passaggio a ridosso delle grandi masse ghiacciate deve la sua denominazione. 

La zona di partenza e arrivo è stata allestita sul muro della diga di Campo Moro, concessa da Enel Green Power. La gara da ventuno chilometri prevedeva un traguardo volante - situato ai 2410 metri di quota del Rifugio Bignami - dedicato a Renato Parolini, consigliere della Sportiva Lanzada che perse la vita nel 1992 proprio in quella zona. Ad aggiudicarselo nella categoria maschile è stato Federico Bardea della Sportiva Lanzada appunto, in volata sul compagno di squadra (e promessa dello scialpinismo) Alessandro Rossi e su Marco Leoni del CSI Morbegno. Prima tra le donne Marta Binda (Atletica Pidaggia 1528), che ha prevalso su Raffaella Rossi del Team Valtellina e su Lucia Moraschinelli del GP Talamona. Quest’ultima si è resa protagonista di un cambio di passo che l’ha portata a transitare seconda sul Passo di Campagneda per poi raggiungere la Binda nel tratto di discesa (molto tecnico nella sua prima parte, appena sotto il valico) verso il Rifugio Zoia, ormai ad un solo chilometro dall’arrivo. L’atleta originaria di Aprica ha tagliato il traguardo in solitaria in due ore, 21 minuti e 44 secondi, precedendo di un minuto e 57 secondi la stessa Binda, mentre Raffaella Rossi si è assicurata il terzo gradino del podio, a sette minuti e 19 secondi dalla vincitrice. 

In campo maschile il quintetto formato da Alessandro Rossi, Federico Bardea, Marco Leoni, Mirko Bertolini e Matteo Porro ha fatto selezione fin dal primo chilometro di gara, presentandosi già in netto vantaggio sul plotone al passaggio sul coronamento della diga di Alpe Gera. Dopo l’exploit al Rifugio Bignami, Federico Bardea ha iniziato a perdere terreno nel settore centrale dell’itinerario mentre Marco Leoni ha dato un deciso strappo, guadagnando un minuto su Alessandro Rossi nella salita verso Campagneda, dove si è concretizzata anche la rimonta di Matteo Porro (GSA Cometa), che è transitato secondo sul valico ed ha poi intensificato il suo forcing lungo la discesa, recuperando terreno sul leader Leoni. Non abbastanza per raggiungerlo ma quantomeno per... costringerlo a non abbassare la guardia ed a tirare "a tutta" fino alla passerella finale sul coronamento della diga di Campo Moro, dove il campione del CSI Morbegno ha chiuso la sua prova in un’ora, 51 minuti e 25 secondi, con una quindicina di secondi "residui” di vantaggio su Porro che lo ha appunto messo nel mirino nella retta finale! Terzo gradino del podio quindi per Rossi (staccato di due minuti e 20 secondi dal vincitore), che è riuscito a resistere al ritorno di Mirko Bertolini (La Recastello Radici Group), quarto a quattro minuti e 17 secondi, mentre il "local" Bardea ha chiuso sesto alle spalle di Stefano Rossatti, quest'ultimo autore di una prova tutta in progressione.

Nella gara “corta” da dodici chilometri non c’è stata storia per quanto riguarda la caccia al gradino più alto del podio. Con una dimostrazione di superiorità schiacciante (ed evidente fin dalle prime centinaia di metri) se lo è aggiudicato Roberto Pedroncelli del GP Santi Nuova Olonio che (in chiave preparazione ai Mondiali di specialità) ha cambiato obiettivo - passando dalla lunga alla corta distanza - e facendo ritorno alla base dopo un'ora, 8 minuti e 3 secondi. A completare il podio Marco Pruneri (Atletica Alta Valtellina, staccato di due minuti e 18 secondi) ed Emanuele Marchi della Libertas Vallesabbia a quattro minuti e 45 secondi. In campo femminile vittoria di Cinzia Cucchi (ASD Castelraider) in un’ora, 23 minuti e 25 secondi, davanti a Simona Lino (Sportiva Lanzada) ad un minuto e cinque secondi ed a Veronica Bracchi, terza a sette minuti e 12 secondi dalla vincitrice.

A margine delle premiazioni il presidente di ASD Sportiva Lanzada Serafino Bardea ha fatto i complimenti a tutti gli atleti, mettendo in luce il dato numerico degli iscritti (265), per poi ringraziare tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione a vario titolo e dare appuntamento a domenica 21 agosto 2022 per la seconda edizione.

La "Glacier Trail" è stata organizzata dalla Sportiva Lanzada con il Comune di Lanzada e il sostegno di Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Consorzio Bim dell'Adda, Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Unione dei Comuni Lombarda della Valmalenco, Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco. La manifestazione si inserisce nell'ambito del progetto Interreg "B-Ice & Heritage", Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera, che unisce la Valmalenco, la Val Poschiavo, la Val Bregaglia e l'Alta Engadina.