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Fatica da Champions e tifo da stadio: si avvicina l'ora del Trofeo Dario e Willy a Valmadrera

La diciassettesima edizione del classico appuntamento orgnizzato da OSA Valmadrera apre la Coppa Italia Skyrunning FISky

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Fatica da Champions e tifo da stadio: si avvicina l'ora del Trofeo Dario e Willy a Valmadrera - foto 1
© Trofeo Dario e Willy Ufficio Stampa

L'appuntamento è uno tra i più ambiti dagli skyrunners più talentuosi, alla ricerca della forma migliore in vista degli appuntamenti estivi sulle Alpi ed al tempo stesso uno tra i più temuti dagli amatori, che non rinunciano però a mettersi alla prova lungo i venticinque chilometri e i duemila metri di dislivello positivo della sua... carta d'identità. Stiamo parlando del Trofeo Dario e Willy che lunedì primo maggio (il conto alla rovescia è pericolosamente" vicino al suo esaurimento) accenderà di passione, tifo e sudire i sentieri a tratti molto "sky" delle montagne che circondano il paese di Valmadrera, in provincia di Lecco. Partenza e arrivo avranno luogo dal “pratone” della frazione Parè (location preferita a partire dall’anno scorso a quella del centro sportivo Rio Torto), nella suggestiva baia incastonata dalle montagne del Triangolo Lariano. Quest’anno il Trofeo Dario e Willy è anche la prima delle dieci tappe di Crazy Skyrunning Italy Cup by FISky, il circuito sancito dal Federazione Italiana Skyrunning

LA STORIA DEL TROFEO DARIO&WILLY

Tutto ebbe inizio nel 2001: per festeggiare il 50esimo di fondazione di OSA (Organizzazione Sportiva Alpinisti) Valmadrera viene per la prima volta organizzata una gara di skyrunning di circa quattordici chilometri, con partenza dalla sede della società e arrivo a San Tomaso presso il ristoro sociale: il Trofeo OSA. Nel 2005 la gara cambia denominazione e viene dedicata a Dario Longhi e William Viola, scomparsi tragicamente sulle montagne di Livigno il 26 dicembre 2003: due ragazzi che erano cresciuti con le loro famiglie all’interno della società. Nel 2014, in occasione del decimo anniversario della gara, OSA Valmadrera richiede il Campionato Italiano Master, abbandonando il vecchio tracciato per uno molto più tecnico e panoramico, che oltretutto mette in risalto gli scorci panoramici offerti dal ramo lecchese del Lario. In coincidenza del suo quindicesimo anniversario (nel 2019), il Trofeo Dario&Willy fa un ulteriore salto di qualità, assegnando ottenendo il titolo Individuale CSEN.

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© rofeo Dario e Willy Ufficio Stampa

DUE OCCASIONI IN UN MESE

Grazie allo spostamento del Trail dei Corni della vicina Valbrona da metà giugno ai primi di aprile, il Trofeo Dario e Willy rappresenta per trail e soprattutto skyrunners la seconda occasione di scendere in campo... e soprattutto di salire in quota nel gruppo dei Corni di Canzo (ma non solo) nel giro di poche settimane! Insomma, una chance imperdibile di verificare la propria condizione a nemmeno un mese di distanza e di farlo con una certa precisione, su un terreno molto molto simile: anche se solo per poche centinaia di metri esattamente sovrapponibile. Perché se è vero che le due prove hanno una scheda tecnica pressoché identica per sviluppo dell'itinerario e dislivello up&down da superare, gli anelli del Trofeo Dario&Willy e del Trail dei Corn in realtà si toccano solo brevemente alle falde dei Corni stessi: nella parte iniziale del primo ed in quelle culminante del secondo. La gara di Valmadrera si sviluppa poi verso sud, con passaggi nel pressi di Monte Prasanto, Sasso Malascarpa e Cornizzolo, prima di toccare l'ampia vetta del Monte Rai e di richiedere ai candidai finisher la fatica finale lungo i fianchi del Monte Moregallo, prima di "inabissarsi" nelle discesa finale verso il traguardo.

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© Trofeo Dario e Willy Ufficio Stampa

DOVE ERAVAMO RIMASTI: DEL PERO E CUMERLATO

Nella gara maschile, dodici mesi fa Luca Del Pero fece segnare il nuovo record della prova ma - al traguardo di un’edizione corsa su ritmi tiratissimi - tutta la top five della classifica riuscì ad andare sotto il primato precedente (due ore, 23 minuti e 59 secondi) che portava la firma di Jean-Baptiste Simukeka e risaliva all'edizione del 2019, ultima prima della sosta di due anni a causa dell'emergenza sanitaria. Due ore, 17 minuti e 59 secondi (esattamente sei minuti sotto il primato del 2019) il finish time del vincitore, che staccò di un minuto e venti secondi Lorenzo Rota Martir (Team Hoka-Karpos). Due minuti e tre secondi invece il ritardo al traguardo per Andrea Rota, il campione local di OSA Valmadrera/Team Salomon Italia che si aggiudicò il terzo gradino del podio.

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Nella prova femminile, a Martina Cumerlato non riuscì l'accoppiata vittoria-record messa a segno da Del Pero. Il primato da battere tra le donne resta quello fissato nel 2019 dalla campionessa del Team Salomon Camilla Magliano (due ore, 49 minuti e 13 secondi). La superiorità dell'atleta veneta è stata nondimeno schiacciante: la 25enne Cumerlato chiuse la sua fatica vincente in due ore, 57 minuti e 38 secondi, classificandosi al quarantunesimo posto della classifica assoluta e rifilando un inequivocabile distacco di tredici minuti e 26 secondi alla seconda classificata Elisa Pallini (Team Pegarun).  La grande giornata del Team La Sportiva (tre gradini del podio su tre) venne completata da Daniela Rota, terza a due minuti e 48 secondi da Pallini.

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IL PERCORSO (PRIMA PARTE)

Il percorso del Trofeo Dario e Willy si sviluppa su mulattiere e sentieri di montagna, mai troppo esposti. Dopo il via sul "pratone" di Parè si attraversa su strada asfaltata il centro abitato di Valmadrera. Il primo tratto è caratterizzato da un impegnativo vertical più o meno...dritto puntando al Rifugio SEV all'Alpe di Pianezzo, sul versante nord dei Corni di Canzo, passando dalla sorgente di Sambrosera e superando nell'arco di sei soli chilometri un dislivello di mille metri: la prima metà con pendenze moderate e la seconda con tratti abbastanza ripidi, fino alla Bocchetta di Moregge. In seguito la pendenza si addolcisce nel tratto che raggiunge il rifugio, dove si trovano il primo ristoro e il primo cancello orario. Ci troviamo a 1250 metri di quota e la vista spazia sul gruppo delle Grigne e sull’Alto Lario, con il promontorio di Bellagio in bella mostra.

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IL PERCORSO (SECONDA PARTE)

Un breve tratto pianeggiante permette di prendere fiato prima della veloce ed a tratti acrobatica discesa verso la Foresta Regionale dei Corni di Canzo fino al Rifugio Terz’Alpe (metri 800 slm) in Val Ravella. Si riprende a salire fino alla Cresta di Prasanto, nella riserva Naturale del Sasso Malascarpa, dove sono presenti i campi solcati e gli organismi fossili dell’Era Mesozoica. In corrispondenza della grande e antenna di telecomunicazioni ha inizio una strada bianca che - dopo qualche centinaio di metri - si abbandona per abbassarsi fino all’alpeggio ormai in disuso di ”Alpe Alto”. Si imbocca ora il facile sentiero pianeggiante che conduce alle pendici del Monte Rai in prossimità del Rifugio SEC.

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La terza salita di giornata porta fino alla “torcida” della vetta del Monte Rai (1259 metri, GPM della gara), dove si gode di una spettacolare vista sulla Brianza e in particolare sui suoi laghi. Qui gli atleti vengono accolti da musica tutto volume e dagli incoraggiamenti motivazionali di Delio Fazzini, lo speaker del “Giir di Mont”, che sproneranno a dare fondo a tutte le energie. Meglio però conservarne un po’ per l’ultimo terzo di gara: non è ancora finita…!

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IL PERCORSO (TERZA PARTE)

Con una discesa a lunghi tratti tecnica, si scende verso la località di San Tomaso, un balcone naturale a 580 metri di quota, dove OSA Valmadrera da oltre mezzo secolo gestisce un ristoro. Qui si trova il secondo ed ultimo cancello orario. I sei chilometri che mancano a chiudere l’anello sono ora tutti sotto gli occhi degli atleti ma… sembrano molti di più! Il sentiero che conduce in Forcellina (tagliando a forza di saliscendi e strappi il versante sud ovest del Monte Moregallo) è infido, a tratti stretto e un po’ esposto. Dalla Forcellina inizia l’ultimo e durissimo (seppur breve) strappo che conduce agli 800 metri di quota dello “Zucon”, lo stretto canalino roccioso da risalire circondati da un tifo pittoresco e chiassoso. Dal primo all'ultimo, gli atleti promossi fin qui dai primi due cancelli orari vengono chiamati per nome uno per uno, acclamati e trascinati (anche a forza di braccia!) verso lo sbocco superiore del canale, dove chi non si sarà attardato troppo lungo il percorso è atteso da un sorso di birra!

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IL PERCORSO (QUARTA PARTE)

Inizia ora l’ultima discesa, o quasi... I seicento metri di dislivello negativo verso il traguardo sono tra i più tecnici dell'intero itinerario ma anche (vista la quantità di chilometri nelle gambe) tra i più duri e- per i meno preparati ala missione (ma non solo) a forte rischio-crampi. Si transita dalla Chiesetta di S. Isidoro, costruita a ridosso del Sasso di Preguda, un masso erratico di granito della Val Masino trasportato fin qui dal ghiacciaio dell'Adda decine di migliaia di anni fa.  Poi ancora giù, con scorci molto panoramici e adrenalinici sulla città di Lecco (al di là del braccio di lago),  sul Resegone e sul gruppo delle Grigne. In alcuni tratti sembra davvero di tuffarsi direttamente in acqua! Siamo al rush finale: tornati sull'asfalto, non resta che completare l'ultimo chilometro sulle rive del lago ed il ritorno al “pratone” lasciato qualche ora prima…

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INFORMAZIONI UTILI  

Ci si può tenere aggiornati sulla marcia di avvicinamento verso la gara sui canali social Facebook e Instagram del Trofeo Dario e Willy, oltre che sulla pagina web ufficiale dell'evento: trofeodarioewilly.com

Le iscrizioni sono aperte sul portale https://www.kronoman.net, al costo di 30 euro fino a venerdì 21 aprile, per poi passare a 35 euro fino a venerdì 28 aprile. Sold out e chiusura iscrizioni fissati al raggiungimento di quattrocento pettorali.  

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