MotoGP, Marquez campione a Motegi

Rossi e Lorenzo cadono, Dovizioso e Vinales sul podio

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L'impossibile si è tramutato in realtà e Marc Marquez si è laureato campione della MotoGP con tre gare di anticipo. Lo ha fatto vincendo la gara giapponese di Motegi e approfittando della debacle Yamaha. Rossi è caduto mentre era al suo inseguimento, mentre Lorenzo lo ha imitato con il traguardo vicino. Sul podio Dovizioso (Ducati) e Vinales (Suzuki). Alle loro spalle Aleix Espargaro, Crutchlow, Pol Espargaro, l'Aprilia di Bautista e Petrucci.

Era solo questione di tempo, ma in pochi si aspettavano che Marquez potesse festeggiare proprio in casa della Honda, facendo un doppio regalo alla Casa di Tokyo. Anche se il regalo più grande gliel'hanno fatto proprio i suoi due principali avversari, stendendosi nel momento meno indicato della stagione. E così, a soli 23 anni e con una decina di altri ad alto livello ancora davanti, Marquez "rischia" davvero di riscrivere la storia del Motomondiale, battendo il record di nove titoli del mito Valentino. Il trionfo è arrivato al termine (anche se mancano ancora tre GP) di una stagione che lo ha visto trasformato, incassando un solo "zero" e cancellando gli errori del 2015.

Il tutto, però, al termine di una gara dominata praticamente dall'inizio, quando ha sorpassato quasi subito il poleman Rossi e Lorenzo e si è messo a martellare a modo suo. Il resto lo hanno fatto gli altri. Il primo colpo di scena è arrivato a 17 giri dal termine, quando Rossi, secondo e all'inseguimento di Marquez, è caduto perdendo l'anteriore in ingresso curva. Il pesarese si è rialzato a fatica dopo essere rimasto sotto alla sua M1, ma poi è rientrato ai box per ritirarsi deifinitivamente. A cinque tornare dalla fine, poi, ecco il secondo patatrac: questa volta è stato l'acciaccato Lorenzo a finire per terra, perdendo secondo posto (anche quello ipotetico in campionato, che invece resta in mano al compagno di box) e lasciando il titolo nelle mani di Marquez.

Dei ritiri di Vale e Jorge ne hanno approfittato le outsider Ducati e Suzuki, grazie a una prova costante di Dovizioso e a una di rimonta di Vinales. Bravi anche in Aprilia, che con Bautista eguaglia il miglior piazzamento (7°) dell'anno ottenuto da Bradl (qui decimo) in Argentina, e Petrucci, ottavo e tornato finalmente in posizioni più consone al suo valore. Tra i tanti piloti caduti anche Barbera, sostituto di Iannone sulla Ducati ufficiale, Laverty e Miller.

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