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MotoGP e la politica del bavaglio

Piloti come soldatini a Valencia

06 Nov 2015 - 09:52

Silenzio ragazzi! E’ questo l’ordine che chi governa la MotoGP ha imposto ai veri protagonisti dello spettacolo in pista. Insomma vietato offrire alla stampa i rispettivi punti di vista dopo ciò che è accaduto a Sepang. Solo qualche frase di circostanza e parole di pentimento un po’ forzate. Anziché imporre un comportamento corretto in pista, nella riunione che ieri pomeriggio ha coinvolto piloti e team manager, i padroni del vapore hanno consegnato al gruppo un bavaglio virtuale dopo aver fatto cenno ai valori dello sport.

Così come bravi soldatini i protagonisti della domenica malese si sono presentati davanti alla stampa di tutto il mondo recitando un copione imposto da altri. Un rimedio discutibile, soprattutto perché ogni pilota ha premesso di non poter trattare l’argomento più gettonato indicando l’autorità che ha imposto il divieto. Autorità che, occorre ribadire, sarebbe dovuta intervenire giovedì pomeriggio a Sepang per approfondire il contenuto delle dichiarazioni di Rossi. Autorità che sabato pomeriggio in Malesia aveva trattato con eccessiva leggerezza l’invito a monitorare con attenzione l’atteggiamento dei piloti in pista del team manager della Yamaha Meregalli

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