IL PUNTO

Roma, il punto di Mourinho: "Abraham è un colpo, ma nella rosa manca qualcosa"

Il tecnico portoghese: "Il mercato non è andato come programmato, ma non posso lamentarmi della dirigenza"

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Il colpo Abraham per sostituire Dzeko e un mercato tra i più movimentati d'Europa non è bastato per soddisfare pienamente José Mourinho. "Il mercato è andato diversamente da come programmato. Avevamo pensato solo a un attaccante, non a un terzino, ma Spinazzola si è fatto male e Dzeko è andato via". A cinque giorni dal via del campionato il portoghese ha fatto il punto sulla Roma in costruzione: "Sarà la prima e spero l'ultima volta che lo dico: mi mancherà qualcosa che avevo pensato all'inizio analizzando la squadra, ma devo solo ringraziare per il mercato che Pinto e la proprietà hanno fatto per noi", ha detto ai canali del club. L'addio di Dzeko "è stata una sorpresa ma la reazione del club è stata grande. Abraham è quello che in Italia chiamate colpo di mercato"

"Come squadra sappiamo che non abbiamo la rosa più forte del mondo, però nessuno può proibirci di vincere la prossima partita".

Lo Special One ha poi spiegato che tipo di mentalità vorrebbe vedere per la sua Roma. "Sicuramente perderemo delle partite, ne pareggeremo altre, ma vogliamo affrontare ogni gara con la sensazione di poter vincere il match - ha spiegato -. Non abbiamo quell'esperienza con giocatori di 30-33-35 anni, come la Juve con Cristiano Ronaldo o il Milan con Giroud e Zlatan. Non abbiamo questo, però, a livello potenziale, con i miei ragazzi io non potrei essere più felice".

"Sabato ero superfelice, ma domenica ero un po' triste. Ho visto Francia, Portogallo, Germania, Premier con gli stadi pieni. Una festa. Dopo ho paragonato all'Olimpico con questi stadi e sono stato un po' triste. Voglio un Olimpico pieno di romanisti. Pero' sabato la sensazione e' stata bellissima, era piu' di un anno che la Roma non giocava coi tifosi". 

Sulla rissa col Betis: "La rissa contro il Porto mi è piaciuta, niente di particolare, è stata una partita competitiva. Con il Betis è stata già un'altra storia. Il primo responsabile è stato l'arbitro, il secondo io. Non posso essere io a provocare quello che è successo dopo, la squadra mi ha seguito e abbiamo finito con 3 o 4 cartellini rossi. La responsabilità è mia, ma anche l'arbitro dovrebbe farsi qualche domanda. La squadra è arrivata stanca, era l'ultimo giorno dopo 3 ore di pullman. Poi c'era la situazione Dzeko, è stata una situazione strana, si sapeva che sarebbe andato via e si respiravano un po' di dubbi sul futuro. Ho sentito i giocatori un po' preoccupati. Col Betis abbiamo fatto 50 minuti buoni, con un ottimo Shomurodov che era arrivato da poco. Abbiamo analizzato tutto quello che è successo, e in quel momento ho detto ai giocatori che il responsabile ero io".

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