Conte ritrova il suo metronomo e spera di poter dare spazio al belga. Perché le ultime due sconfitte sono il segnale di un trend immediatamente da invertire
di Alessandro FranchettiAvesse potuto, si sarebbe portato il Maradona in Arabia Saudita. Già, perché se nel vecchio San Paolo il suo Napoli non sbaglia un colpo, lontano da casa i problemi continuano a essere parecchi. Antonio Conte, a Riad, ha due obiettivi imprescindibili: invertire il trend di sconfitte esterne e consecutive e prendersi la rivincita contro il Milan dopo il ko di San Siro.
Due sorrisi sull'aereo per Riad - In un momento in cui la spia della benzina era decisamente sul rosso, la notizia migliore che il tecnico degli azzurri potesse aspettarsi erano i recuperi di due uomini più importanti della sua squadra. Lobotka, in campo per uno spezzone di partita a Udine, dovrebbe poter tornare sui suoi standard. Lukaku, finalmente pronto al rientro dopo il lungo infortunio, non partirà certamente dall'inizio ma rappresenterà un'alternativa offensiva importante in caso di bisogno. La partita persa a San Siro insegna che il Milan sa essere molto pericoloso se gli si concedono spazi, ma anche che il suo Napoli è in grado di tener testa agli uomini di Allegri e di metterli in grande difficoltà.
Formazione tutta da decidere - Come? Ancora probabilmente non lo sa nemmeno Antonio Conte. L'ultimo allenamento dovrebbe aiutarlo a sciogliere gli ultimi dubbi, legati soprattutto alla batteria degli esterni. Olivera o Spinazzola in difesa a sinistra (ma il primo si è fermato per un lieve risentimento al polpaccio ed è in dubbio, ndr), Politano in attacco a destra. O ancora: Spinazzola alto a sinistra o Neres su quella fascia con Politano sull'altro lato. La certezza è la maggior libertà di cui potrà godere McTominay, di nuovo mezzala con il rientro di Lobotka. A Hojlund, davanti, il compito di allungare e sparigliare le presumibilmente strette linee del Milan.
Continuità, continuità, continuità - Certo è che il Napoli dovrà tornare la squadra solida della scorsa stagione. Fin qui gli azzurri hanno già perso 7 partite tra campionato e Champions (4 in Serie A, 3 in Europa) e sono reduci dal doppio ko contro Benfica e Udinese. Il momento, insomma, non è dei migliori e qualcosa sta agendo sulla squadra anche a livello mentale. La squadra ha pause inaccettabili e in parte incomprensibili dentro le partite e perde spesso la bussola quando va sotto. In una partita secca, il limite è importante e potrebbe essere decisivo. L'infortunio di Anguissa e la mancanza di spinta sulla trequarti sta facendo il resto: il camerunese era il vero punto di rottura della squadra, l'uomo ovunque. La sua assenza pesa nella fase difensiva come in quella offensiva e sui calci piazzati. Un sostituto in rosa? Non c'è. A Conte il compito di trovare la giusta soluzione.