DALLA SPAGNA

Morata: "Sono stato a un passo dalla Roma, mi volevano il Milan, Allegri e Inzaghi"

L'attaccante dell'Atletico potrebbe tornare in Italia: "Al momento non so nulla, ma con me non si sa mai". Sulla sfida con l'Inter. "Ci hanno lasciati vivi all'andata e così..."

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Alvaro Morata è legato a doppio filo all'Italia e non solo per aver sposato la veneziana Alice Campello. In estate è stato a un passo dal tornare in Serie A dopo la doppia avventura alla Juventus e non è detto che possa giocare nuovamente nel nostro campionato. "Beh, con me non si sa mai, non c'è mai un'estate tranquilla. Io all'Atletico sto benissimo e lo stesso vale per la mia famiglia a Madrid. Però non ho più 23-24 anni e bisognerà vedere che idee ha il club sul sottoscritto. Diciamo che al momento non so nulla", ha detto l'attaccante spagnolo ormai 31enne.

Vedi anche Due mesi alla scadenza del prestito: l'Inter tra i desideri di Zhang e i dubbi di Oaktree Calcio Due mesi alla scadenza del prestito: l'Inter tra i desideri di Zhang e i dubbi di Oaktree Solo pochi mesi fa lo volevano in tanti: dalla Juve all'Inter, passando per il Milan e soprattutto la Roma. "Ero in una situazione particolare, col contratto con l'Atletico Madrid in scadenza. L'ho rinnovato variando di parecchio le mie condizioni economiche per questioni di fairplay finanziario e massa salariale del club, e cambiando anche le condizioni per un'eventuale vendita. Si sono fatti vivi dal Milan, poi mi hanno chiamato gli allenatori, perché ho buoni rapporti con tutti. Allegri mi ha allenato. Lo stesso vale per Mourinho, che in più mi ha fatto debuttare nel Madrid. Mi piaceva l'idea di andare a Roma e alla Roma, per giocare con Paulo (Dybala, ndr) e in un club e in una città piene di passione dove si vive il calcio come in Sudamerica. Con Inzaghi ci conosciamo da anni, ci siamo trovati in vacanza: è un allenatore incredibile e una persona spettacolare con la quale fa piacere passare del tempo, stare insieme, parlare. È uno che trasmette tanta energia positiva", ha spiegato alla Gazzetta.

Alla fine, però, è rimasto a Madrid sponda Atletico quando i rapporti con Simeone sembravano al capolinea: "Con i club italiani c'erano difficoltà contrattuali, ma a cambiare tutto è stata una chiacchierata con Simeone. E qui ci tengo a dire una cosa: in tanti pensano e dicono che noi due non andavamo d'accordo. Non è vero, avevamo un'ottima relazione. Che la scorsa estate è migliorata, perché ci siamo conosciuti meglio a livello personale. Sul piano calcistico era già tutto chiaro, abbiamo fatto un passo avanti a livello di conoscenza reciproca, e la cosa ha aiutato entrambi: io non ho mai giocato tante partite da titolare con l'Atletico come quest'anno, e sono arrivati anche tanti gol".

Il suo legame con l'Italia, però, non gli ha impedito di prendersi eliminare l'Inter dalla Champions League: "Erano settimane che la preparavamo. Simeone ci ha fatto vedere molti video con le tante cose buone che sa fare l’Inter, uno squadrone. Tutti la davano come candidata alla finale, e noi pure. L’anno scorso poteva vincere la Champions, quest’anno a meno che non succedano catastrofi vincerà la Serie A. All’andata ci hanno lasciati vivi, e al ritorno abbiamo fatto una grande partita. E anche così siamo passati ai rigori, che restano una lotteria. Potevano chiuderla loro, potevamo chiuderla noi…".

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