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Il sogno di un bambino infranto. Per sua fortuna Rafa Leao alla fine ha trovato comunque la sua strada verso il professionismo, ma l’inizio della carriera del portoghese è stata alquanto tribolata, come da lui rivelato in un’intervista rilasciata a SayLessGlobal Podcast. L'esterno sognava di giocare per il Benfica, squadra per cui faceva il tifo, e nei primissimi anni della sua carriera ci è andato anche molto vicino: "Avevo 8 anni e il Benfica mi voleva. Mio padre era entusiasta, anche lui è un loro tifoso. Alla fine firmai, ma mio papà non aveva la macchina per portarmi agli allenamenti. Il Benfica mi disse di non preoccuparmi, di firmare il contratto, e che sarebbero venuti a prendermi a scuola con un pulmino che mi avrebbe portato al campo per allenarmi".
Poi però le cose non sono andate come promesse dalle Aquile di Lisbona: "Il primo giorno aspettai il pullman: non arrivò mai", ricorda Leao. "Il secondo e il terzo giorno, la stessa cosa. Passò una settimana e di quel pulmino non vidi nemmeno l'ombra: scoppiai a piangere. Non potevo nemmeno andare ad allenarmi. Fu allora che decidemmo di firmare per lo Sporting".
Una sliding door per cui qualcuno al Benfica si mangia ancora le mani. Tanto che il presidente del club, nonché ex Milan, Manuel Rui Costa recentemente si è scusato con il papà di Rafa per la promessa non mantenuta: "Qualche mese fa, mio padre ha incontrato Rui Costa, l'attuale presidente del Benfica, e ci hanno riso sopra. Rui Costa gli ha detto: 'Mi dispiace tanto per quello che è successo con tuo figlio, per non essere andati a prenderlo'".