Se non può essere Pep, più logico che sia Sarri: la Juve sulla strada della rivoluzione

Per il presidente Agnelli, innamorato dell'irraggiungibile Guardiola, il tecnico del Chelsea è la soluzione più accattivante per il post-Allegri

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Diciamolo chiaramente: Conte all'Inter e Mourinho alla Juve avrebbe il sapore di un paradosso logico-semantico dirompente. Una eversione calcistica mai vista. Ma al momento resta appunto tale, un paradosso. Perché se è vero che Conte si è promesso a Marotta, è altrattanto vero che i rumors su un presunto incontro tra Andrea Agnelli e Josè Mourinho restano confinati lì, nel mondo del possibile non provato. Gli indizi, quelli arrivati da illustri conoscitori del mondo bianconero, oggi portano invece altrove, verso un luogo se vogliamo altrettanto rivoluzionario, quello abitato infatti da Maurizio Sarri. Perchè in fondo se il sogno di Andrea Agnelli era (e continua a essere) Pep Guardiola, l'impossibilità (o le mille difficoltà) nel farne realtà non potrebbe trovare superamento migliore nel sodalizio proprio con il tecnico che è concettualmente più vicino al catalano.

Messa così la situazione, c'è allora una data da evidenziare con un circoletto rosso: 29 maggio, il giorno della finale di Europa League del Chelsea. Solo dopo quella serata, l'ex allenatore del Napoli potrà sciogliere il suo legame coi Blues (che oltretutto avrebbere già individuato in Lampard il degno successore). E più passano i giorni e più l'attesa juventina si prolunga, più le quotazioni di Sarri salgono. Perché se è vero che le "idee sono chiare e serve solo pazienza", come intendere altrimenti le parole di Paratici?

Non si tratterebbe insomma di temporeggiare ma solo di attendere, due cose molto diverse, da non fraintendere. A meno che questa attesa non voglia portare verso un altrove diverso, molto meno rivoluzionario rispetto al passato allegriano, anche dal punto di vista concettuale. Perché l'altro nome forte resta quello di Simone Inzaghi, bloccato da Lotito e consegnato al silenzio. Un silenzio pubblico rotto però da contatti privati, perché il rapporto e la stima tra Paratici e il tecnico della Lazio sono forti e comprovati. Ma se dovessimo sbilanciarci, anche se al momento è esercizio spregiudicato, un centesimo in più lo metteremmo su Sarri. Gli indizi e la professata chiarezza di idee ci paiono portare infatti sulla strada più rivoluzionaria.

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