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Juve-Allegri, dov'eravamo rimasti: cinque anni di trionfi e Champions sfiorate

Il tecnico torna alla guida dei bianconeri dopo due stagioni prendendosi una rivincita sui dirigenti che lo allontanarono

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Massimiliano Allegri torna alla Juventus. Dopo due stagioni ai box, accostato a qualsiasi club d'Europa senza accasarsi, il tecnico livornese riprende la propria carriera da allenatore là dove si era bloccata, vittima di un cambio di mentalità auspicato - ma non riuscito - della dirigenza bianconera. Dopo cinque stagioni di trionfi in Italia e con due finali di Champions League da vantare, i suoi successori hanno fallito soprattutto al di fuori dei confini italiani. Anche per questo Andrea Agnelli, che di Allegri non avrebbe voluto fare a meno nel 2019, è tornato sui propri passi richiamandolo. 

Juventus e Allegri, dicevamo, si erano lasciati con una conferenza stampa emozionale tra due amici prima ancora che datore di lavoro e dipendente. Un'esperienza ricca di trofei vinti e con qualche delusione europea, conclusa per i colpi di chi - in seno alla società - non apprezzava il modo di giocare impostato dal tecnico, troppo speculativo e poco spettacolare per vincere in Europa, si pensava. Prima Sarri e poi Pirlo, le scelte successiva, non hanno fatto meglio, anzi tra Lione e Porto.

Questa volta l'avventura in bianconero di Allegri partirà con un entusiasmo decisamente diverso rispetto a quando prese il timone da Conte, scappato a luglio senza le giuste garanzie di mercato. All'epoca l'ex allenatore del Milan venne accolto con una contestazione dalla tifoseria della Juventus, riuscendo però a fare cambiare idea a tutti portando ottimi risultati da subito con la doppietta scudetto-Coppa Italia nel 2014/15, con tanto di finale di Champions persa a Berlino contro il Barcellona. Niente Triplete per un soffio.

Quello però è stato solo l'inizio del periodo di trionfi. In cinque stagioni con la Juventus Allegri ha vinto cinque scudetti di fila, quattro Coppa Italia e due Supercoppa italiana, riaccarezzando l'idea di vincere in Champions scontrandosi però con il poker del Real Madrid a Cardiff. Tra le altre imprese anche l'incredibile rimonta contro l'Atletico Madrid sempre in Champions e quella sfumata con un rigore al novantesimo in casa del Real, vincendo 3-1 al Bernabeu prima di accogliere proprio Cristiano Ronaldo a Torino.

Quello che avrebbe dovuto essere l'anno della svolta in Europa si rivelò essere la stagione dell'ennesimo scudetto, ma con una eliminazione a sorpresa contro l'Ajax ai quarti di finale di Champions, sconfitti in casa dopo il pareggio in Olanda e con il solo Ronaldo a segnare nella fase a eliminazione diretta. Lì qualcosa si incrinò fino all'addio.

Allegri sul finire di quella stagione chiese l'avvicendamento di almeno cinque pedine in rosa per rinnovare il ciclo, ma la proposta si scontrò con la volontà - soprattutto di Nedved e Paratici - di un gioco più spettacolare e offensivo. Ecco l'addio, poi Sarri con lo scudetto faticato in un amore mai sbocciato e il quarto posto all'ultima curva, con tanto di sbandata decisiva del Napoli, sotto la guida Pirlo.

Ora il timone torna ad Allegri, con una posizione diversa specialmente nei confronti della sua dirigenza. Magari senza Ronaldo, ma con la consapevolezza di poter riportare la Juventus al top anche in Italia approfittando anche del terremoto in casa Inter.

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