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Mercato chiuso, calma piatta all'Inter: più che una ripartenza mirata, un pericoloso azzardo

L'ultima giornata di trattative non dovrebbe regalare sorprese né a Chivu né tanto meno ai tifosi nerazzurri

di Pepe Ferrario
01 Set 2025 - 11:29

Le consuete fibrillazioni dell'ultimo giorno di mercato non toccano l'Inter. In Viale della Liberazione a Milano sono ore di calma piatta e tutto lascia intendere che nulla cambierà da qui al gong finale di questa sera. Per la dirigenza nerazzurra e, soprattutto, per la proprietà nordamericana la rosa è completa.

Eppure un mese fa serviva un attaccante come Lookman, capace di saltare l'uomo e in grado di offrire a Chivu più varianti tattiche: ora, o meglio dopo il no dell'Atalanta, non più, il reparto d'attacco va bene così.

Si diceva, anzi, dicevano gli stessi manager interisti, che servisse poi svecchiare la difesa: la questione resta (lo ha ammesso il presidente Marotta nel pre-partita di Inter-Udinese, prima di ammirare la prestazione di Solet) ma verrà risolta più avanti. C'ètempo, insomma.

C'era pure l'obiettivo di offrire a Chivu un centrocampista di rottura esperto (vedasi la subito abortita trattativa con la Roma per Konè e le voci su Rabiot) ma la lacuna si ritiene adesso sia stata colmata col giovane Diouf. Meglio la linea verde.

Insomma, il mercato in entrata si è chiuso dieci giorni fa proprio con il francese, a cui vanno aggiunti il connazionale Bonny ufficializzato a inizio luglio, il brasiliano Luis Henrique preseo per il Mondiale per Club e Sucic, acquistato anzitempo lo scorso inverno e interista da giugno. Ci sarebbe pure Pio Esposito, ma per l'attaccante nerazzurro, peraltro in odore di prestito sino almeno a inizio luglio, si tratta semplicemente di un ritorno alla casa madre dopo l'esperienza formativa allo Spezia. Improprio definirlo acquisto.

Certo, come ripete spesso Beppe Marotta, c'è da mettere in conto che l'ossatura storica della squadra non è stata toccata: l'Inter ha detto no alle richieste ricevute per Bastoni, ad esempio, a quelle per Frattesi e Calhanoglu, ai tentativi per Bisseck, Pavard e Sommer, ha mantenuto in rosa Dumfries nonostante una pericolosa clausola liberatoria. Ha preferito invece  cedere Zalewski, facendo una notevole plusvalenza con un giocatore su cui solo tre  mesi fa aveva invece deciso di puntare riscattandolo dalla Roma dopo gli ottimi sei mesi della scorsa stagione.

Tuttavia, proprio questo, vale a dire aver deciso di puntare sul nucleo storico, può suscitare oggi qualche ulteriore dubbio, oltre all'immobilismo di cui si è detto. Oaktree, la proprietà tanto attenta ai conti, ha scelto la via del risparmio e dell'incasso - in linea con quel che normalmente fa un fondo di investimento - mentre il management nerazzurro non ha saputo o potuto cogliere le opportunità intraviste.

Non una estate di rivoluzioni, come si vociferava, ma al contrario di pressoché totale conservazione, al netto di dismissioni o cessioni previste e annunciate di giocatori come ad esempio Taremi e Asslani, arrivate però temporalmente molto più in là di quanto voluto.

A Chivu, dunque, il compito di ripartire cercando di tracciare un nuovo percorso con i protagonisti, più o meno tutti, di ieri (più vecchi di un anno e con motivazioni di ritrovare) e con un manipolo di giovani o giovanissimi da forgiare e lanciare nella mischia: di sicuro, durante la stagione, gli servirà da parte della società quel supporto che sul mercato non ha invece avuto.

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