Inter: Sabatini chiede il tesoretto da Champions, ma Pastore si allontana

L'uomo mercato è volato a Nanchino per un vertice con Suning. L'argentino: "Amo il Psg, non cambierò"

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Mentre Walter Sabatini, coordinatore dell'area tecnica di Suning Sports Group, è volato a Nanchino per un vertice nel quale chiedere un tesoretto per non buttare all'aria tutto quanto di buono fatto sin qui e conquistare un posto in Champions League, uno dei sogni di mercato dell'Inter sembra allontanarsi. "Amo Parigi, amo il Psg. E non cambierò" le parole rilasciate a 'Yahoo' di Javier Pastore che gelano le speranze nerazzurre.

Il crollo verticale dell'Inter è sotto gli occhi di tutti, i 3 punti nelle ultime 5 gare sono lì a testimoniare come il fluido magico di Spalletti non funzioni più. Serve nuova linfa nelle vene di una squadra stanca e con poca qualità per non disperdere il miracolo fatto dal tecnico di Certaldo. In soldoni almeno un paio di innesti in rosa, un difensore centrale e un uomo in grado di accendere la luce in un centrocampo finito nel tunnel della mediocrità. Un paio di rinforzi mirati, al netto delle possibili uscite (Joao Mario e Brozovic), che servirebbero anche ad alleviare il nervosismo ormai sempre più lampante di Spalletti a cui la proprietà chiede la Champions senza sborsare un euro. Qualcosa non torna.

Sabatini spera in una maggiore elasticità da parte della proprietà anche alla luce di alcuni imminenti mega investimenti cinesi, in primis quello di Aubameyang prossimo a raggiungere Cannavaro per 72 milioni di euro. L'uomo mercato di Suning e Ausilio stanno lavorando su più fronti: Pastore e Mkhitaryan sono i nomi forti per la trequarti, Deulofeu l'alternativa. Ramires il possibile puntello per il centrocampo, mentre in difesa è fatta per Bastoni ma Spalletti vorrebbe qualcuno di maggiore esperienza (Blind il sogno, l'ex Roma Yanga-Mbiwa il più fattibile). Tutte operazioni fattibile solo se Sabatini convincerà Suning ad abbandonare la politica dell'autofinanziamento, una scelta che rischia di lasciare i nerazzurri ancora una volta fuori dall'Europa che conta.

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