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Dopo la pole position e una gara praticamente perfetta, il pilota tedesco aveva riportato il titolo piloti a Maranello dopo 21 anni
Quell'8 ottobre 2000 gran parte dell'Italia motoristica si sveglia all'alba per assistere a quello che, per la storia della Ferrari, sarebbe potuto essere un momento storico: la conquista del titolo piloti di Formula 1 a distanza di 21 lunghissimi anni da quello vinto nel 1979 da Scheckter. Michael Schumacher era arrivato a Maranello quattro anni prima, col preciso obiettivo di riportare il Mondiale a casa della Rossa. Un compito più difficile del previsto anche per un fenomeno come lui, reduce dai due titoli con la Benetton, che nel 1997 aveva perso per un soffio (e col brutto incidente con Villeneuve) e che l'anno prima aveva dovuto saltare otto gran premi per la frattura di tibia e perone della gamba destra conseguenza dell'incidente al GP d'Inghilterra.
Schumi si presenta a Suzuka, per il GP del Giappone, con 8 punti di vantaggio (ai tempi la vittoria valeva 10 punti, 6 il secondo posto e 4 il terzo) su Mika Hakkinen, grande rivale alla McLaren. Sembra che tutto sia pronto per l'allungo decisivo, anche prima dell'ultimo GP da correre in Malesia, perché la F1-2000 del tedesco è reduce dalle vittorie a Monza e negli Stati Uniti. E infatti nelle qualifiche Schumacher riesce a strappare la pole position, mettendosi dietro il finlandese per soli 9 millesimi e stabilendo l'allora record della pista.
Ma al via lo scatto migliore di Hakkinen, che supera Schumi, fa ripiombare i tifosi della Rossa in un mix di ansia e paura per una nuova beffa. Dopo la prima sosta il finlandese difende 2 secondi e mezzo di vantaggio, e sembra in grado di continuare così. Verso il 30° giro un po' di pioggia mescola le carte e Schumacher, da sempre abile sul bagnato, lima lo svantaggio sino a scendere sotto il secondo. Al 37° giro la svolta: Hakkinen si ferma ai box e Schumi tira fuori dal cilindro tre giri clamorosi, tanto che, dopo aver fatto rifornimento ai box, rientra in pista da leader. Sorpasso completato, non resta che arrivare a fine gara. Con migliaia di tifosi, e probabilmente anche i meccanici rossi, con le dita incrociate alla fine arriva il 53° giro. Schumacher taglia il traguardo per primo e vince il suo terzo titolo mondiale, il decimo piloti per la Ferrari.
Una volta tolto il casco Schumi si lascia andare a un commosso abbraccio con Jean Todt, altro artefice (assieme a Ross Brawn), della nuova alba Rossa. Quella che porterà altri 5 titoli mondiali piloti tra il 2001 e il 2004 (oltre a quelli costruttori).