Tra i promossi di Austin anche i "peones" Tsunoda, Hulkenberg e Bearman
di Stefano Gatti© Getty Images
MAX VERSTAPPEN: 10
Dieci oppure... quaranta, come i punti che separano Max dalla vetta del Mondiale Piloti dopo tre vittorie e un secondo posto nell'ultimo mese e mezzo. Pole position e vittoria nella Sprint, pole position e vittoria nel Gran Premio. C'è poco da discutere sul massimo dei voti ad un pilota trascinatore di un intero team. Il bello deve ancora venire.
LANDO NORRIS: 7
Mezzo punto in meno di Leclerc (nonostante l'ordine d'arrivo) perché Lando non solo non riesce a bruciare Verstappen al via (era oggettivamente molto difficile) ma si fa infilare dalla Ferrari, compromettendo così le sue chances di dare del filo da torcere all'olandese durante il GP. Strappa comunque otto punti al compagno di squadra Piastri. Adesso l'inerzia è tutta dalla sua parte e - lo dice la sua storia - si tratta di un peso non indifferente da portare.
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OSCAR PIASTRI: 5
Non ne azzecca una nell'arco dell'intero fine settimana: l'ombra del pilota visto in azione fino al Gran Premio d'Olanda di fine agosto. Sconta forse l'inesperienza specifica nella corsa al titolo ma rischia di pagarle un prezzo carissimo. Ammette senza problemi il fallimento della sua campagna texana ma lo fa con una mimica facciale all'insegna della rassegnazione. Nonostante tutto ci aspettiamo che tra pochi giorni in Messico torni al centro della scena. La macchia che guida lo esige.
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CHARLES LECLERC: 7,5
Ricostruisce giro dopo giro (e con lui la Ferrari tutta) un fine settimana iniziato tra mille spine. La battaglia in due tempi (anzi in due stint) diversi) con Norris lo esalta ma non lo soddisfa fino in fondo, visto che a spuntarla in entrambi i casi è il rivale. Per il monegasco una giornata finalmente positiva e un'iniezione di fiducia.
GEORGE RUSSELL: VOTO 5,5
Dov'è finito il dominatore del Gran Premio di Singapore? Paga il rendimento ondivago della Mercedes da un Gran Premio all'altro. Chiude quinto al capolinea di una prova completamente priva di acuti, iniziata perdendo la posizione al semaforo a vantaggio di Hamilton. Può consolarsi con il (si dice) principesco rinnovo biennale, che però non fa punteggio nelle nostre pagelle. Non se ne farà di certo un cruccio.
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LEWIS HAMILTON: VOTO 6
Resta giù dal podio ma onestamente con la SF-25 gemella e la McLaren davanti a lui a fare a ruotate sir Lewis non aveva alternative ad una gara senza infamia e senza onore. Quindi sufficienza piena ma nulla di più. Il trend recente resta buono ma - come per Leclerc, anzi più che per Leclerc -non basta ancora.
ANDREA KIMI ANTONELLI: VOTO 6
Incolpevole nell’aggancio con Sainz ma poco efficace nella rimonta dal fondo che lo porta solo alla tredicesima posizione finale. La sua W15 non era sicuramente in ordine, quindi la sufficienza "sulla fiducia" la merita lo stesso.
CARLOS SAINZ: VOTO 6,5
Il giudizio in campo positivo tiene conto del bel terzo posto al traguardo della Sprint (dopo altrettanto buona qualifica) che salva il bilancio dello spagnolo, nonostante la indigesta "frittata" domenicale con Antonelli. Un... incidente di percorso nell'attuale trend dello spagnolo, che resta positivo.
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NICO HULKENBERG: VOTO 6,5
L'incidente al via della Sprint vanifica una splendida qualifica e lo priva di una importante chance di raccogliere punti nel formato breve. Parte più indietro ma chiude meglio alla domenica, con un ottavo posto tutt'altro che disprezzabile al termine di una gara tutta sostanza.
YUKI TSUNODA: VOTO 6
Due volte settimo nell'arco di poco più di ventiquattro ore: il giapponese tira il fiato ma non basta ancora. Si tratta di un ruolino di marcia da ribadire con regolarità da qui ad Abu Dhabi per provare a tenersi la Red Bull, sempre he certe decisioni non siano già state prese.
OLIVER BEARMAN: VOTO 6,5
Penalizzato di dieci secondi nella Sprint per aver resistito ad un attacco di Antonelli (ancora lui) "sfuorando" i track limits, il pilota della Haas se la gioca molto meglio nel GP con il nono posto finale a sandwich tra due vecchie volpi come Hulkenberg e Alonso. Non ha ancora la costanza di rendimento necessaria per fare il salto di qualità e rendersi appetibile per un top team ma... ci sta arrivando.