FORMULA 1

Sulle Sprint Races le squadre vogliono vederci chiaro, Red Bull esulta per il congelamento delle power unit

Le squadre prendono tempo sulla proposte dell'introduzione dei mini-GP a Montreal, Monza e San Paolo mentre passa l'"engine freeze" salva-Red Bull.

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Via libera al "congelamento" dello sviluppo delle power unit dal 2022, frenata invece da parte delle squadre sul progetto della sperimentazione delle Sprint Races nei GP del Canada, d'Italia e del Brasile di questa stagione. Queste le principali decisioni prese nella seduta "virtuale" della F.1 Commission che ha riunito appunto le dieci squadre iscritte al Mondiale, la Federazione Internazionale dell'Automobile e Formula One Group.

L'esito del meeting virtuale ha l'effetto immediato di "puntellare" la presenza in Formula Uno della Red Bull anche per i prossimi anni. All'indomani della decisione della Honda (inizio ottobre 2020) di uscire di scena al termine della stagione al via il prossimo 28 marzo in Bahrain, il team austriaco si era fatto avanti per organizzare la gestione "in proprio" della power unit giapponese anche per le prossime stagioni, ricevendo il via libera dalla Honda stessa che, nel frattempo, ha ottenuto di "piazzare" nel team-b dei Tori (Alpha Tauri) il proprio pupillo Yuki Tsunoda. La "conditio sine qua non" posta da Red Bull era però l'accordo - da parte della diretta concorrenza - di ratificare un congelamento dello sviluppo delle PU per tre anni: dal 2022 al 2024. In caso contrario, la Red Bull stessa - che quest'anno ha ricevuto assicurazioni da Honda di una prosecuzione del lavoro di sviluppo - non avrebbe dalla prossima stagione i mezzi per contrastare Mercedes, Ferrari e Renault a livello appunto di ricerca&sviluppo.

Il team campione del mondo Piloti e Costruttori aveva per primo offerto - per bocca di Toto Wolff - il proprio sostegno alla richiesta di RB, Maranello si era sostanzialmente astrenuta ma ad opporsi era stata Renault, impegnata a migliorare le prestazioni della propria power unit. Che, per inciso, in caso di mancato accordo sull'engine freeze, avrebbe dovuto da regolamento essere fornita proprio alla Red Bull!

La decisione presa dalla Commission potrebbe indirettamente influenzare anche il mercato piloti del prossimo anno, anzi dei prossimi: perché - in linea teorica - consente a Max Verstappen di rimanere "title contender" anche nelle prossime stagioni, senza cambiare... casacca. Vedremo, perché sui futuri schieramenti pende la reciproca "fiducia a tempo" dell'appena riconfermato binomio Hamlton-Mercedes, attualmente limitata al 2021.

Sulla proposta "Sprint Races" da cento chilometri, punteggio dimezzato rispetto al GP classico della domenica e ordine d'arrivo valido come griglia di partenza di quest'ultimo, le squadre - pur "ricevendola" positivamente - hanno... tirato il freno a mano. Non un "no" definitivo (non si è proceduto al voto) ma una richiesta di più tempo per esaminare a fondo potenzialità e controindicazioni dell'iniziativa, che sarebbe destinata poi ad allargarsi all'intero calendario (2022) rispetto al triplice esperimento 2021 Montreal-Monza-Interlagos, a questo punto molto difficile da realizzare. Nelle tempistiche fin qui delineate, almeno. Un primo altolà delle squadre a Stefano Domenicali? Non esattamente: più propriamente l'inizio di una "dialettica" che - a medio termine - dovrebbe portare buoni frutti per quanto riguarda lo sviluppo della Formula Uno (e del suo tasso di spettacolarità, storicamente opinabile) nel solco della sua tradizione. O meglio, della sua identità. Che è poi lo "stacco" vero nel passaggio dalla gestione Carey a quella dell'ex Team Principal Ferrari e Presidente Lamborghini.

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