L'ex Team Principal e CEO dei "Tori" potrebbe rilanciarsi nel team che ha per plenipotenziario il top manager piemontese
di Stefano Gatti© Getty Images
Il timing scelto da Red Bull per annunciare il licenziamento di Christian Horner (nella pausa tra Silverstone e Spa-Francorchamps. che però non è ancora il coprifuoco estivo tra il GP del Belgio e quello d'Olanda) presta il fianco a speculazioni di varia natura, sulla falsariga del fatidico "E adesso?” che sono destinate ad avere ampio spazio di manovra quantomeno nei prossimi quindici-venti giorni. L'ex Team Principal e CEO dei "Tori" potrebbe rimanere poco su piazza. Ad attenderlo potrebbe esserci un divisa di una diversa sfumature di blu: quella Alpine, squadra in cerca di un TP a massima operatività. Il plenipotenziario Flavio Briatore, amico di vecchia data di Horner, ricopre infatti la carica di Executive Consultant e di Team Principal... "ad interim". Dovendosi però Briatore occuparsi di massimi sistemi, Alpine pochi giorni fa (venerdì 4 luglio) ha nominato Steve Nielsen General Manager per la gestione quotidiana del team (sotto la direzione dello stesso Briatore) a partire da domenica 1. settembre, il giorno del prossimo Gran Premio d'Italia a Monza. Non si tratterebbe però (è ovvio) di un'operazione a così breve termine.
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Formalmente ancora sotto contratto con Red Bull, il cinquantunenne Christian sembra intenzionato a godersi un po' di tempo libero per sé e per la sua famiglia ma la frenesia della Formula Uno (e l'ambizione personale) torneranno presto a bussare alla porta di casa Horner. Già, l'ambizione. Christian alla Red Bull era Team Principal e CEO e puntava ancora più in alto. Passare da Helmut Marko a Flavio Briatore non sarebbe un gran passo avanti. Pro e contro insomma di controbilanciano, almeno al momento. L'ipotesi Alpine va dunque letta... in prospettiva.
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Trasferendosi nella ex storica factory Benetton di Enstone nell'Oxfordshire (la Motor Valley del Regno Unito) dove ha attualmente base la Alpine, il cinquantunenne top manager di Leamington avrebbe la possibilità di continuare a lavorare in Inghilterra e di reinventarsi a livello motivazionale, provando a dare di nuovo la scalata ai vertici, come da lui già fatto (non da solo ovviamente) vent'anni fa nella metamorfosi Red Bull partita dalle ceneri Jaguar.
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Intanto, vale la pena sottolineare come la promozione di Laurent Mekies a Team Principal e CEO Red Bull (la doppia posizione occupata da Horner fino alla mattina di mercoledì 9 luglio) porta curiosamente a quota due il numero dei massimi responsabili di gestione in pista di scuola Ferrari nella Formula Uno attuale. È un caso? Forse no ma - giocando con le parole in attesa che i motori tornino a “ruggire” - un po’ sì, è un "caso", almeno riflettendo sull’attuale successo di due top manager cresciuti a Maranello - Andrea Stella e lo stesso Mekies - poi andati ad alimentare le ambizioni della concorrenza. Certo, la mobilità è all'ordine del giorno o quasi in Formula Uno.
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Storie diverse ma la stessa traiettoria professionale per il cinquantaquattrenne Team Principal umbro della strabordante McLaren di questo 2025 e (intanto a livello di promozione e di rapidità di carriera) per il quarantottenne ex DS ferrarista francese originario di Tours, che era stato nominato TP Racing Bulls solo un anno e mezzo fa, dopo avere appunto occupato una posizione chiave nell'organigramma della Scuderia e aver lavorato in precedenza per Arrows e Minardi/Toro Rosso. Senza dimenticare l'importante passaggio in FIA come Safety Director e in particolare responsabile del progetto HALO.
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Nel frattempo Maranello prende apparentemente tempo sul prolungamento del contratto di Frederic Vasseur le cui azioni, in calo a Spielberg e dintorni, sono tornate a salire a Silverstone (quantomeno le acque sembrano essersi calmate), rimettendo nell'ombra l’alternativa interna Antolello Coletta, il cinquantottenne manager romano attualmente responsabile del programma WEC (World Endurance Championship) della Ferrari con le 499P gestite da AF Corse e - poco meno di un mese fa - vincitrici della terza 24 Ore di Le Mans consecutiva, proprio con l'esemplare della hypercar di Maranello schierata direttamente dall'organizzazione dell'ex pilota Amato Ferrari.
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Ce n’è insomma di che discutere da qui a fine mese... e probabilmente lungo la pausa estiva vera e propria del mese di agosto. Un bell’assist speculatorio, ormai nel cuore di un’estate che - in attesa di fare rotta su Spa-Francorchamps - deve fare i conti a livello mediatico con l'appeal "diversamente accattivante" di una sfida per il titolo (quella tra Norris e Piastri) che scalda a malapena gli armchair enthusiasts d’Oltremanica e casomai quelli DownUnder, molto meno smaliziati dei primi e molto più di bocca buona.
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