L'ex patron della Formula 1 ha spiegato come la scelta del team austriaco sarebbe frutto dello scandalo molestie: "Pensava di essere un ragazzino"
Una condotta "da cinquantenne che si crede un ventenne". Ha definito così Bernie Ecclestone la gestione di Christian Horner dello "scandalo molestie" che lo aveva coinvolto lo scorso anno. Ora che il dirigente inglese è stato licenziato dalla Red Bull, l'ex patron della Formula 1 ha tuonato contro di lui sostenendo come la decisione sia frutto proprio di questa vicenda che aveva visto la denuncia di una dipendente della scuderia austriaca.
"L’attività in cui è stato coinvolto 18 mesi fa… beh, è stato un idiota. Un cinquantenne che pensava di avere vent'anni, pensava di essere un ragazzino - ha spiegato Ecclestone in un'intervista a The Telegraph -. Spesso mi chiedo, quando queste situazioni accadono, perché se la ragazza è così arrabbiata per le avances di qualcuno, non si limita a dire: ‘Ehi, smettila’”.
Un atteggiamento che è costato caro a Horner il quale avrebbe potuto ricevere un trattamento diverso, ma che non sorprende Ecclestone dopo tutto quanto è accaduto: "Sarebbe stato probabilmente meglio se gli avessero detto: 'Siediti, Christian, parliamone'. Ma il punto è che c'era chi pensava che la passasse liscia, che si comportasse come se non fosse sul Red Bull Ring, ma sul Christian Horner Ring. È riuscito a farla franca troppe volte. Finché ottieni risultati, tutti chiudono un occhio. Ma poi...".
Secondo l'ex numero uno della FOCA l'errore più grande sarebbe stato commesso dalla stessa Red Bull che avrebbe permesso a Horner di concentrare gran parte del potere nelle sue mani: "Christian era l’amministratore delegato; se sei l’ad di un’azienda, ne sei responsabile. E quindi vuoi fare tutto ciò che credi sia giusto; nel momento in cui non puoi più essere in quella posizione per fare ciò che pensi debba essere fatto, allora per te non è più una passeggiata. Non puoi gestire qualcosa a metà”.