L'inseguimento al leader della classifca generale riparte da uno dei teatri più avari di soddisfazioni per il ferrarista
di Stefano GattiContro Verstappen e contro... la tradizione. È una missione doppia e doppiamente complicata quella che attende Charles Leclerc (e la Ferrari) questo fine settimana al Paul Ricard. Dopo il successo nel GP d'Austria, il ferrarista deve iniziare ad erodere i trentotto punti di ritardo dal leader e dare una svolta ad uno storico "piuttosto" povero di acuti nel suo secondo GP di casa, dopo quello di Montecarlo.
Non si può certo dire che Charles sia fin qui stato profeta in patria e dintorni: se il suo score sulle strade sotto casa parla di un quarto posto (quest'anno) come miglior risultato in quattro partecipazioni, quello relativo al GP di Francia non è granché più brillante: decimo nel 2018, terzo nel 2019, sedicesimo l'anno scorso. Tre partecipazioni, come il rivale Verstappen e nei suoi stessi anni. Solo che il campione in carica vanta un trend di rendimento sul circuito provenzale ben più ricco e... beneaugurante: secondo nel 2018, quarto nel 2019, primo dodici mesi fa.
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Serve una svolta insomma, una sterzata decisa ed un'accelerazione. Due vittorie consecutive raccontano di una Ferrari in pieno rilancio ma anche dell'inevitabilità di passare allo schema ad una sola punta. Da parte sua, Carlos Sainz nelle ultime tre edizioni di quello che è uno dei GP con più storia dell'intero calendario non è ugualmente riuscito a togliersi grandi soddisfazioni: ottavo, sesto, undicesimo. Insomma, un passaggio-chiave per le ambizioni iridate della Scuderia ed un weekend che i due piloti della Rossa - vista la competitività assoluta della F1-75 - affrontano con buone possibilità di ritoccare finalmente verso l'alto il loro "performance index" transalpino e così rimettere la Ferrari sul binario giusto: quello di una tradizione vincente che - per non andare troppo lontani - si ricollega alle sei vittorie "rosse" di Michael Schumacher nel decennio 1997-2006, quando Leclerc era un giovanissimo kartista di belle speranze. Un sorta di passaggio di consegne "a futura" memoria" che lo stesso Charles ha provveduto a riportare d'attualità (social).