Oltre al nuovo leader del Mondiale, la ventesima tappa promuove i due rookie di Haas e Mercedes
di Stefano Gatti© Getty Images
LANDO NORRIS: VOTO 9
Esce al comando della classifica generale da un fine settimana nel quale ha rasentato la perfezione, più che altro da un fine setimana nel quale le qualità (ritrovate) della McLaren gli hanno permesso di correre nel modo più adatto al suo stile di guida e al suo carattere: davanti a tutti. In aria pulita, come si dice oggi e con la testa altrettanto sgombra. La perentoria pole position e il via "ondivago" delle Ferrari lo lanciano verso un successo mai in dubbio. Lando ha definitivamente rimarginato il vulnus di fine agosto a Zandvoort ma ora la pressione è tutta sulle sue spalle e i precedenti non sono particolarmente confortanti...
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OLIVER BEARMAN: VOTO 7,5
Ha colto la sua opportunità nel caos delle prime tre curve del Gran Premio, districandosi molto meglio di gente molto più navigata di lui. Poi ha tenuto duro contro avversari tosti ma né le Mercedes che si sono alternate alle sue spalle per quasi metà Gran Premio né la McLaren di Piastri lo hanno veramente messo in affanno. Ha dovuto abbassare le armi solo davanti a Verstappen ma ha fatto un gran salto di qualità nella considerazione generale e le sue chances di promozione "rossa" a medio termine sono decisamente in rialzo.
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CHARLES LECLERC: VOTO 8
Terzo in Texas, secondo a Mexico City. Charles può finalmente sorridere in modo continuativo, anche se le possibilità di riportare la Ferrari alla vittoria prima di fine stagione si contano ormai sulle dite di una mano, anzi ormai meno. Lo scatto al semaforo non è dei migliori e non è particolarmente "team friendly" ma ci sta, altroché se ci sta. All'altro capo delle gara è vittima predestinata dell'arrembante di Verstappen, prima della salvezza "virtuale". A posizioni invertite il nostro giudizio finale non sarebbe cambiato di una frazione di punto.
OSCAR PIASTRI: VOTO 5
Battuto su tutta la linea dal proprio compagno di squadra, l'australiano perde la testa (del Mondiale) al capolinea di una gara nella quale è andato in crescendo ma non quanto era lecito attendersi e guidando una monoposto con la quale Norris ha staccato di trenta secondi (un'eternità) Leclerc e Verstappen sulla linea del traguardo. Indifendibile insomma, ma la strada è ancora lunga e l'australiano conserva pressoché intatte le sue chances iridate.
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ANDREA KIMI ANTONELLI: VOTO 7
Il settimo posto a fronte della sesta casella della griglia di partenza racconta di un bilancio sostanzialmente in pareggio. Cede in tempo reale la posizione a Russell per provare a mettere sotto pressione e la richiede indietro altrettanto rapidamente quando la missione di George fallisce. Una prova all'altezza delle aspettative (sue e degli altri) per AKA, nonostante qualche incertezza nella baraonda delle prime curve dopo il via. Per la prima volta batte sulla linea d'arrivo il suo compagno di squadra nel confronto diretto e questo vale già il voto.
GEORGE RUSSELL VOTO 6,5
Partenza rivedibile per il pilota inglese che poi si piazza dietro ad Antonelli prendendo per sfinimento il suo box allo scopo di ottenere lo "swap positions" con il compagno di squadra, "votato" all'attacco di Bearman. Non cambia nulla e allora George disciplinatamente torna dietro. Era lecito aspettarsi una prova più brillante da un pilota che deve ancora trovare la continuità necessaria per essere davvero al livello più alto.
MAX VERSTAPPEN: VOTO 7
Al di là dello svarione iniziale e delle antiche ruggini con Hamilton, rema più del previsto con la mescola media ma la strategia Red Bull (seconda parte di gare sulle soft) era quella giusta e il secondo posto è sfumato solo a causa della Safety Car. Accorcia ancora il suo ritardo dalla vetta della classifica generale piloti ma quattro punti recuperati al (nuovo) leader in una gara non bastano, anche perché adesso mancano solo quattro gare alla fine della stagione. Già che ci siamo: VOTO 6 a YUKI TSUNODA che nella prima parte del GP ha fatto il suo per ostacolare (in modo del tutto lecito, si capisce) la marcia dei rivali del suo capitano. Cosa si deve fare per provare a conservare il posto in squadra...!
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LEWIS HAMILTON: VOTO 5,5
La Rossa gemella di Leclerc gli mette i bastoni tra le ruote al via, poi il duello con Verstappen lo manda fuori pista (e dai gangheri). Il problema è che sir Lewis ci torna mancando la stradina "giusta". Il voto negativo non è di certo motivato da questo peccato veniale quanto dalla successiva condotta di gara senza particolari acuti. Un passo indietro (nonostante la miglior performance stagionale in qualifica) rispetto al recente raggio di sole texano.
CARLOS SAINZ: VOTO 4
Dal gradino più alto del podio a fanalino di coda dell'ordine d'arrivo: testacoda "virtuale" completo per lo spagnolo nell'arco di dodici mesi. E se Carlos resta l'ultimo pilota Ferrari ad aver vinto un Gran Premio (nel 2024 appunto), il presente è meno brillante. A Mexico City Sainz ha messo fine ad un tris consecutivo di GP in zona punti, iniziato con il clamoroso terzo posto di Baku. Scattato dalla sesta fila causa penalità rimediata negli USA, l'ex ferrarista ha pagato (anche) la scarsa vena Williams in Messico, provocando con il testacoda (reale, stavolta) a tre giri dal termine al Foro Sol la discussa ma a nostro parere perfettamente legittima Virtual Safety Car finale.
ISACK HADJAR: VOTO 5
Dei quattro rookies del Mondiale è l'unico a non raggiungere la zona punti in Messico. In effetti il pilota attualmente più "fumino" del Mondiale dovrebbe mettere in campo un po' più di freddezza e di aplomb al volante e soprattutto al microfono. È solo un appunto: Isack è energia pura, quando saprà incanalarla sarà una spina nel fianco per molti, e non solo per i suoi attuali "pari grado". Nel frattempo prenda esempio da Antonelli o anche solo da chi guida macchine del livello della sua (Bearman) o magari meno competitive. A proposito, VOTO 6,5 a GABRIEL BORTOLETO che senza strafare si è preso il prezioso (più che altro per la Sauber) punto del decimo posto.