IL CASO

La guerra di potere tra Horner e Marko fa tremare la Red Bull

Indagine Red Bull in corso ma a decidere le sorti dell’attuale Team Principal dei "Tori" sarà l'udienza interna di inizio weekend

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La guerra di potere tra Horner e Marko fa tremare la Red Bull - foto 1
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Chiudere il caso entro il fine settimana: quello che appare come una sorta di processo interno e di resa dei conti tra Christian Horner e i vertici aziendali del colosso austriaco delle bevande energetiche è programmato per la giornata di venerdì 9 febbraio. L'urgenza di chiudere la vicenda è pari alla necessità di chiarirla in tutti i suoi aspetti ma la sensazione è quella che ci sia una considerazione ancora più prevalente: quella che la situazione - congelata fino a venerdì - sia ad un punto di non-ritorno. Una controindicazione non da poco, anche se la solidità interna e il vantaggio tecnico accumulato negli anni dal team non ne mettono a rischio il ruolo di candidato a fare di nuovo piazza pulita di avversari e titoli. Max Verstappen insomma resta il favorito numero uno nella caccia al titolo iridato ma - a lungo termine e senza abbandonare il campo delle ipotesi - chissà che l'inscindibile legame tra il tre volte campione del mondo olandese e RB non possa vacillare. In attesa che il caso Horner venga definito in tutti i suoi aspetti (con il fondamentale passaggio interno dell'udienza di venerdì 9 febbraio), il dato di fatto è quello che - ad ormai meno di un mese dal via del Mondiale e due settimane dal primo giorno di test precampionato a Sakhir - due delle tre grandi squadre al via (RB appunto e Mercedes, quest'ultima destabilizzata dal passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari nel 2025), affrontano la marcia di avvicinamento con "distrazioni" del tutto prive effetti immediati sulla sostanza tecnica (da questo punto di vista la Formula Uno è poco meno di una scienza esatta), suscettibili al tempo stesso di creare qualche grattacapo ai rispettivi vertici manageriali, generando instabilità e un "accorciamento" del quadro complessivo o visione che dir si voglia.  

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Lo scenario potrebbe però cambiare (in modo questa volta sostanziale) se a lasciare il team fosse il Direttore Tecnico Adrian Newey, da sempre molto legato a Horner. Si vocifera addirittura di una clausola contrattuale che permetterebbe al sessantacinquenne genio di Stratford-upon-Avon (papà di tutte le Red Bull degli ultimi diciassette anni) di svincolarsi a sua volta, nel caso di licenziamento di Horner. Magari per andare a rinforzare ulteriormemente... la Ferrari. A proposito: in un panorama così dinamico e aperto, appare ben poca cosa il "rischio" che la Ferrari affronti il Mondiale con un pilota "separato in casa". Anche perché sulla fedeltà alla causa di Carlos Sainz fino all'ultimo giorno in tuta rossa dubbi non ce ne sono e nemmeno potrebbero essercene.  

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Non resta che attendere la resa dei conti di venerdì, che dovrebbe produrre effetti immediati e decisioni... anche. Il lancio della RB20 è in programma giovedì 15 febbraio e l'urgenza di cui all'inizio di queste righe non è in fondo molto diversa da quella che ha portato la Ferrari e Lewis Hamilton ad annunciare il loro accordo per il 2025 e oltre, una volta trapelate le prime indiscrezioni, diventate certezza nel giro di poche ore. Vale solo la pena sottolineare ancora come le accuse a Horner da parte di una componente del team siano apparentemente legate ad un comportamento inappropriato e "prevaricatore" da parte del cinquantenne top manager (Team Principal RB da diciassette anni). Più significativamente ancora, l'episodio si inserirebbe nel contesto di una guerra di potere entrata in una fase molto delicata dopo la scomparsa di Dieter Mateschitz (co-fondatore dell'impero Red Bull) tra lo stesso Horner e Dr. Helmut Marko, attuale superconsulente RB, ex pilota di Formula Uno dei primi anni Settanta e poi braccio destro dello stesso Mateschitz e responsabile del vivaio di giovani promesse Red Bull, dal quale sono usciti tra gli altri Sebastian Vettel e Max Verstappen: sette titoli iridati in due, tutti quelli vinti dal team di Milton Keynes prima e dopo il "regno" Mercedes (2014-2020).

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Nel conto non bisogna poi nemmeno dimenticare di aggiungere lo sforamento del Budget Cap sotto la gestione Horner, sfociato in una megamulta e in altre pene accessorie nell'autunno del 2022, proprio nei giorni della scomparsa di Mateschitz.Nel caso la vicenda "soprusi" dovesse costargli il posto, a succedere ad Horner potrebbe essere - ad interim, eventualmente - l'attuale Direttore Sportivo dei "Tori" Jonathan Whatley: a rendere più o meno obbligata la soluzione interna il carattere di urgenza dell'operazione.

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Una scelta di profilo ancora più alto, sempre ad interim ma più "politica" che sportiva sarebbe invece quella di Oliver Mintzlaff. Il quarantanovenne ex mezzofondista e dirigente sportivo tedesco (ha portato molto in alto il Lipsia calcio la squadra della sua città) sovraintende da poco più di un anno - poco dopo la morte di Mateschitz - tutte le attività sportive di Red Bull GmbH. Si tratterebbe quindi di un più diretto intervento della Casa madre nel team di Formula Uno, almeno per gestire l'eventuale svolta.

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