L'esito del penultimo atto del Mondiale evidenzia una volta di più le falle di una stagione solo in apparenza "stellare"
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L'attesa già caldissima per il triello di domenica 7 dicembre a Yas Marina tradisce e soprattutto nasconde ai più un "vulnus" profondo sulla qualità degli attuali protagonisti del Mondiale che - paradossalmente - stacca ancora di più dal gruppo Max Verstappen. In Qatar Oscar Piastri e Lando Norris hanno supinamente accettato la decisione McLaren di rimandare il pit stop in favore di bandiere gialle. Passi per Piastri (che era davanti a Verstappen) ma Norris ha perso... l'imperdibile occasione di chiudere la partita a Losail senza i patemi di un'intera settimana: questa. Per di più Lando ha atteso qualche interminabile minuto prima di aprirsi via radio con i suoi per fare loro le sue - peraltro timidissime - rimostranze. Sarebbe stato il caso - da parte sua - di metterla giù dura, anzi durissima.
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Senza dimenticare che nell'intero weekend del penultimo atto del Mondiale si è in buona sostanza rivisto il Norris più volte appannato e in un certo senso affannato della prima parte di questa stagione. Quanto ad Oscar, ormai al termine della sua terza stagione completa con la McLaren, l'australiano rimane sotto molti punti di vista un "oggetto" misterioso, dal carattere indecifrabile e non ha ancora messo davvero in mostra la sua "cifra" in termini di personalità: preoccupante. Di fatto, lui e Norris sono soldatini gestiti a piacere dal team diretto da Andrea Stella, in balia e fondamentalmente succubi (i due piloti e la squadra stessa) di regole d'ingaggio largamente rivedibili e - ormai è dimostrato - a lungo andare perdenti. E ad Abu Dhabi potremmo vedere anche di peggio...
McLaren prima responsabile del suicidio sportivo di Losail quindi, ma i suoi due piloti complici di un disastro al quale porre almeno in parte rimedio a Yas Marina. Dove se non altro l'esito della sfida non sarà influenzato da una gara Sprint al sabato. Non ci sarebbe ugualmente pericolo: la gara breve della vigilia è un fallimento conclamato. Non sposta gli equilibri di una virgola e non fornisce mai motivi di interesse o spettacolo. Come ha sottolineato il buon Norris a Losail "è poco più di uno dei due o tre stint di un Gran Premio". E allora perché insistere?
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Norris e Piastri non sono però gli unici piloti dai quali aspettarsi di più. Su di un altro piano - si capisce - la griglia abbonda di ex promesse non mantenute: cosa ci fa Tsunoda ancora al volante di una Red Bull, come ha fatto Colapinto a "meritarsi" la riconferma in Alpine dopo i milioni di euro di danni fatti nel 2024 alla Wiliams e lo scarso rendimento quest'anno con il team bleu stesso dopo la "defenestrazione" di Jack Doohan (a proposito di...)? Come fa Albon a prendere mezza pista da Sainz guidando la stessa monoposto? E poi ancora come fa - sull'altro lato del ponte - il quarantaquattrenne... abbondante Alonso a dare spesso e volentieri la paga non si dice al suo compagno di squadra Stroll ma a tutti i giovani di cui sopra e non solo a loro? Braccia strappate al WEC oppure alla Indycar, viene da dire con tono di provocazione. Non resta che sperare in Antonelli, Bearman, Bortoleto e Hadjar (citati in rigoroso ordine alfabetico). Norris e Piastri - prima di tutti gli altri - sono avvisati.
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