Le percentuali-titolo dei tre candidati secondo Sportmediaset
di Stefano Gatti© Getty Images
Dal deserto del Nevada a quello della Penisola Arabica. Nonostante la doccia-fredda della squalifica di Las Vegas, resta Lando Norris l'indiziato numero uno nella volta-titolo di Losail e Yas Marina, a patto che il Norris in questione si è visto da Monza in avanti e non quello "falloso" e dalla precaria tenuta psicologica della prima metà del Mondiale. A conti fatti, il pilota inglese della McLaren si avvicina al penultimo appuntamento (Gran Premio del Qatar) con ventiquattro punti - 390 a 366 - sul suo più immediato inseguitore, anzi due. Vale a dire lo stesso margine con il quale Lando si era presentato a Las Vegas ma una gara in meno... al traguardo. Il problema casomai è che il diretto inseguitore di cui sopra sono in realtà due, visto che sullo Strip Circuit Max Verstappen ha "pareggiato" Oscar Piastri ed è un po' come se i due si incrociassero nello stesso punto della strada: uno però lanciatissimo, l'altro avviato nella direzione opposta, in preda ad una pericolosa deriva negativa.
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Norris deve in buona sostanza fare il suo, vale a dire sfruttare il pronostico molto favorevole alla McLaren a Losail. Di base, Lando deve precedere entrambi i suoi sfidanti al traguardo, guadagnando nei loro confronti quei due punti che lo porterebbero a più ventisei, mettendolo al riparo da qualsiasi cosa possa poi accadere ad Abu Dhabi, dove lui potrebbe accontentarsi di fare passerella. Lando potrà festeggiare il primo titolo in carriera già a Losail se arriverà davanti ai diretti concorrenti nelle prime otto posizioni. Gli basterà anche un nono posto nel GP in programma domenica 30 novembre nel caso di passaggio a vuoto di entrambi i suoi due sfidanti e così andrebbe già sabato 29 se Norris dovesse allungare di due punti nella Sprint, con Verstappen e Piastri a bocca asciutta sia in quella occasione che domenica. In caso di showdown ad Abu Dhabi, attenzione anche alla discriminante-vittorie in stagione, che è poi quella che al momento obbliga Norris a staccare di due punti e non di uno solo i suoi due contendenti al capolinea del GP del Qatar. Dopo Las Vegas Norris e Piastri sono attualmente appaiati a quota sette, Verstappen insegue con sei. Inserimenti esterni a parte (Mercedes?Ferrari? Non è il caso di aprire il capitolo "arbitri del Mondiale"), in vista di Yas Marina sarà da mettere il conto il pareggio di Max o l'allungo di uno tra Lando e Oscar...
Ecco allora le percentuali-titolo del favorito d'obbligo e dei suoi sfidanti secondo Sportmediaset.
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LANDO NORRIS: 50%
Come scritto sopra, l'attuale leader può solo perdere il titolo. Ha buona parte dei risultati dalla sua parte a Losail e in un certo senso l'obbligo "morale" di chiudere la partita a Losail perché l'eventuale resa dei conti avrebbe per lui un risvolto psicologico potenzialmente critico. Serve poi il Norris rigenerato e pieno fin sopra la zazzera riccioluta di autostima e motivazione (come è giusto che sia) degli ultimi tempi. Crollare in vista del traguardo è un lusso che LN non si può permettere. Mettere le mani su un titolo che tre mesi fa a Zandvoort era poco più di una causa persa è un'occasione da non sprecare in nessun modo.
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MAX VERSTAPPEN: 30%
Non c'è neanche bisogno di dirlo: se il quattro volte iridato prevarrà a Losail, portandosi a "striking distance" da Norris, ad Abu Dhabi la percentuale di vittoria finale tra lui e Lando è suscettibile di una clamorosa inversione. Comune la si posa pensare a proposito del "fatal Latifi" del 2021 (e del catenaccio esasperato di Sergio Perez su Lewis Hamilton), Max sa come si fa e la conquista del suo primo titolo iridato quattro anni fa a Yas Marina è un film horror destinato a popolare i sogni dei suoi due rivali nel caso in cui il triello (o casomai il duello) si trascinasse fin laggiù. Verstappen ha tutto quello che serve per portare a termine la missione impossibile. Buona parte dell'eventuale impresa è nelle sue mani (e nel suo piede destro, per così dire), il resto sta nell'affascinante dicotomia tra la Formula Uno come scienza esatta o viceversa come serbatoio di emozioni e di colpi di scena.
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OSCAR PIASTRI: 20%
Es se tra i due litiganti fosse il terzo incomodo a godere? L'australiano ha imboccato il vicolo cieco a Monza (allora però nessuno poteva saperlo, tantomeno lui) e non ne ha ancora trovato la via d'uscita. Oscar però è un campione "in the making", la svolta potrebbe essere dietro l'angolo. Apparentemente Piastri non ha nulla da perdere, può correre a mente libera, anche se non sembra proprio il suo approccio e nel caso specifico questo è uno svantaggio. Forse ha anche il tarlo di un team che - al di là delle dichiarazioni di facciata - pende un po' dalla parte di Norris, magari anche per una questione di riconoscenza. Ha tutta una carriera davanti ma - si sa - ogni lasciata è persa e alle spalle (ultimamente anche davanti a lui) c'è una nuova anzi nuovissima generazione di futuri campioni che spinge forte sull'acceleratore per farsi largo verso il vertice: Antonelli, Bearman, Hadjar. Non c'è tempo da perdere Oscar, tantomeno Mondiali.
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