Negli ultimi 5 anni, il 76% delle esportazioni di auto cinesi è composto da veicoli a benzina
di Tommaso Marcoli© Getty Images
Per capire un fenomeno economico - e per farsi un'opinione a riguardo - bisogna partire dai dati. Essi sono l'unica fonte di conoscenza affidabile e l'unico confronto concreto con la realtà. Quando si parla di automobili e mercato cinese, si tende a concentrarsi soltanto su quanto le elettriche siano ormai le preferite dai consumatori. Questo è certamente vero, perché in pochi anni le EV hanno già conquistato metà del mercato interno con un contraccolpo negativo sui costruttori stranieri. Ma non solo: anche molti storici costruttori cinesi hanno visto crollare le vendite e hanno reagito esportando in massa auto a combustione che non riuscivano più a posizionare in patria.
Più termiche che elettriche
Stati Uniti e Unione Europea stanno sottovalutando l'impatto che le automobili termiche cinesi stanno avendo su mercati come l'Est Europa, l'America Latina e l'Africa. Dal 2020, il 76% delle esportazioni auto cinesi è composto da veicoli termici, e le spedizioni annue sono salite da 1 a oltre 6,5 milioni. La Politica cinese di iper-sovvenzionare le elettriche ha avuto come effetto contrario l'inutilizzabilità di milioni di vetture a combustione, costringendo i costruttori a riversare l'eccesso di produzione su altri mercati.
Sovraccapacità produttiva
La Cina ha una capacità produttiva per 30 milioni di automobili termiche e 20 milioni di automobili elettriche l'anno. Numeri che non possono essere assorbiti dalla sola domanda interna. Il risultato è un’invasione di mercati emergenti con veicoli cinesi competitivi nel prezzo e nella tecnologia. Secono AlixPartners, entro il 2030 la Cina controllerà il 30% del mercato automobilistico mondiale e questo avverrà - soprattutto - a spese dei marchi Occidentali.
La partita decisiva
L'Europa continua a percorrere il suo sentiero di un mercato automobilistico idealizzato; gli Stati Uniti d'America impongono dazi e limitano l'importazione dei veicoli cinesi. La partita decisiva, però, si gioca altrove: America Latina, Africa, Asia e Europa orientale, dove la Cina sta costruendo le sue nuove quote di dominio industriale. Marchi come Chery, Geely e Great Wall fondano la loro espansione soprattutto su auto a benzina, che sono più facili da vendere. La vera sfida, dunque, non riguarda l'automobile elettrica ma la cara, vecchia benzina.