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Dichiarazioni

Stellantis, John Elkann lancia l'allarme: servono "urgenti modifiche a norme europee sull'auto"

Dopo le recenti dichiarazioni del CEO Antonio Filosa, il Presidente di Stellantis torna a rimproverare la severità dei regolamenti UE per l'industria automobilistica europea. Serve un cambio di rotta rapido perché il tempo a disposizione per rimettersi in sesto sta per finire

di Redazione Drive Up
10 Nov 2025 - 12:26
 © Getty Images

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John Elkann sceglie il palcoscenico della partnership tra Stellantis e la Fondazione Milano Cortina 2026 per ribadire una promessa che suona quasi come una dichiarazione di sfida: "porteremo sul mercato automobili belle, sicure e accessibili, in grado di essere amate". Il presidente del gruppo indica un orizzonte fatto di competizione e fiducia nelle capacità industriali italiane. E annuncia un tassello simbolico di questa visione: la nuova 500 ibrida prodotta a Torino, che sarà presentata il prossimo 25 novembre.
Il 2035 è sbagliato
La retorica sportiva non è casuale. Elkann paragona Stellantis agli atleti che dal 6 febbraio parteciperanno ai Giochi invernali: c’è chi si confronterà con gli avversari e chi con il tempo, ma sempre all’interno di una corsa che impone di superare i propri limiti. Ed è proprio il concetto di tempo a diventare l’epicentro politico ed economico del dibattito. Perché da Parigi, in occasione dell'Automotive Industry Day, le parole dell’amministratore delegato Antonio Filosa assumono i toni dell’allarme. La scadenza del 2035, che vieta la vendita di auto con motori benzina e diesel nell’Unione Europea, non viene definita “imperfetta” o “da correggere”: "La regolamentazione fissata da Bruxelles è semplicemente sbagliata", dice senza esitazioni.
Insistere non ha senso
Secondo Filosa, continuare su questa linea significherebbe consegnare un vantaggio definitivo alla Cina, che da oltre vent’anni coltiva il proprio ecosistema elettrico con una pianificazione industriale che l’Europa non ha saputo eguagliare. Il risultato è un campo di gioco inclinato, con Pechino pronta a fare irruzione nel mercato continentale mentre le case europee faticano ad allineare produzione, costi e tecnologie.
L'Europa a rischio
Il vero tema — quello che nessuno vuole pronunciare ad alta voce — è la sovranità industriale del continente. Filosa non gira intorno all’argomento: l’Europa rischia di perdere il controllo della propria filiera, di spingere i costruttori verso altri orizzonti dove le condizioni sono più favorevoli. Le recenti decisioni di Stellantis lo dimostrano. Investimenti record negli Stati Uniti, nuova capacità produttiva in Nord Africa. Eppure, lo stesso Filosa si è dichiarato pronto a tornare a investire in Europa a patto che le regole cambino per davvero.
Quali soluzioni
La richiesta di spostare il divieto al 1° gennaio 2040, dando ai costruttori il tempo necessario per innovare, ma anche per difendersi diventa imperativa. "Non esiste un piano B", insiste Filosa. "C’è solo il piano A: convincere i legislatori europei a cambiare". Intanto, il Consiglio europeo del 23 ottobre ha aperto una breccia, citando la possibilità di introdurre e-fuel e biocarburanti. Ma il mercato continua a guardare alla data del 2035 come a un muro che si avvicina troppo in fretta. E contro il quale rischiamo di andare a sbattere.

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