Logo SportMediaset

Seguici anche su

Accise

Il Diesel costerà più della benzina: ecco quando

Dal 1° gennaio 2026 benzina e gasolio avranno la stessa accisa: 4,05 centesimi in meno sulla “verde” e altrettanti in più sul diesel. Il governo anticipa di quattro anni l’allineamento fiscale tra i due carburanti, cancellando il vantaggio del gasolio

20 Ott 2025 - 10:06
 © Ufficio Stampa

© Ufficio Stampa

Sarà un ribaltamento storico, e anche piuttosto improvviso, quello che attende automobilisti e trasportatori italiani all’inizio del 2026. Dopo anni di differenze strutturali tra i due carburanti, le accise su benzina e gasolio verranno allineate da subito — non più con un progressivo adeguamento in cinque anni, come previsto a marzo, ma con un intervento netto che entrerà in vigore il 1° gennaio 2026. Il risultato sarà che il diesel, per la prima volta, potrebbe costare più della benzina.
Prima del previsto
La decisione arriva direttamente dal governo Meloni, e trova conferma nell’articolo 30 della bozza di legge di bilancio attualmente in circolazione. Il testo parla chiaro: “Sono applicate una riduzione dell’accisa sulle benzine nella misura di 4,05 centesimi di euro per litro e un aumento, nella medesima misura, dell’accisa applicata al gasolio impiegato come carburante”. Una scelta che cancella, in un colpo solo, l’ipotesi di un adeguamento graduale e introduce un cambiamento immediato di impatto concreto su famiglie, aziende e trasporti.
Cambio di programma
Appena sette mesi fa il ministero dell’Economia aveva delineato un piano più morbido, con una progressiva convergenza delle aliquote fino a un livello uniforme entro il 2030. Ora, invece, la svolta è anticipata di quattro anni. Se la misura venisse approvata così com’è, il 2026 segnerebbe la fine del vantaggio fiscale per il gasolio, una condizione che in Italia resiste da decenni e che ha favorito la diffusione dei motori diesel soprattutto nei segmenti medi e tra i veicoli commerciali.
Quanto costa?
Facendo due conti, l’effetto sui prezzi alla pompa è tutt’altro che simbolico. Prendendo come riferimento le rilevazioni del ministero dell’Ambiente del 13 ottobre — 1,699 euro al litro per la benzina e 1,625 per il diesel — l’allineamento delle accise porterebbe la “verde” a scendere di circa 5 centesimi (1,649 €/l) e il gasolio a salire fino a 1,675 €/l. In pratica, chi guida un’auto a benzina del segmento C con un serbatoio da 40 litri risparmierebbe poco più di 2 euro a pieno, mentre chi usa un’auto a gasolio spenderebbe altrettanto in più. L’obiettivo del governo è duplice: da un lato uniformare la tassazione per motivi di equità e sostenibilità, dall’altro ridurre la differenza che negli anni ha incentivato l’acquisto di auto diesel, oggi sempre più penalizzate dalle normative ambientali.
Non ancora definitivo
Va ricordato che, essendo parte del disegno di legge di bilancio, il provvedimento dovrà comunque passare l’esame del Parlamento. Camera e Senato avranno fino al 31 dicembre per approvare o modificare il testo. Ma l’indirizzo politico appare ormai chiaro: il vantaggio fiscale del diesel è destinato a scomparire, e il 2026 si preannuncia come l’anno del sorpasso. Una decisione che, al di là dell’impatto economico, segna un cambiamento culturale: il gasolio, per decenni sinonimo di efficienza e risparmio, si prepara a diventare il nuovo lusso per chi non vuole o non può ancora passare all’elettrico.