La retribuzione, di una portata inimmaginabile, accordata al proprietario di Tesla segna una svolta e un pericoloso precedente. Adesso anche il CEO di Rivian ha chiesto 4,5 miliardi di "stipendio" e altri potrebbero così seguire il (cattivo) esempio
di Tommaso Marcoli© Getty Images
La recente approvazione del maxi pacchetto retributivo di Elon Musk da parte degli azionisti Tesla sembra poter produrre effetti a catena nel settore automotive. Il valore complessivo del piano, legato a obiettivi operativi e di capitalizzazione da raggiungere in dieci anni, potrebbe superare i 1.000 miliardi di dollari e portare la quota azionaria del CEO vicino al 25%.
Obiettivi ambiziosi
Per ottenere l’intero premio, Musk dovrà trasformare Tesla in una piattaforma industriale da 8.600 miliardi, diffondere su vasta scala robotaxi, robot umanoidi e aumentare drasticamente le vendite globali. Ma l’elemento cruciale è un altro: Tesla ha sancito in modo esplicito che il mantenimento di Musk al vertice è subordinato alla concessione di un pacchetto così imponente, legando la governance aziendale al potere contrattuale del CEO.
Il precedente
A breve distanza, Rivian ha intrapreso una strada simile. Il board ha definito un nuovo piano di compensi da 4,6 miliardi di dollari per il fondatore RJ Scaringe, con obiettivi rivisti al ribasso rispetto al precedente schema del 2021, ritenuto non raggiungibile. Il premio si basa su traguardi di redditività e su un miglioramento progressivo del titolo in Borsa, con soglie comprese tra 40 e 140 dollari per azione. Una scelta che arriva in un contesto operativo complesso: la rimozione di incentivi fiscali negli Stati Uniti penalizzerà le vendite nel breve periodo e l’azienda ha appena tagliato il 4,5% del personale per ridurre i costi.
Inizia una nuova era?
Il messaggio al mercato è evidente, trattenere figure percepite come “insostituibili” viene prima dei risultati già concreti. Nel caso di Tesla, il voto degli azionisti ha ignorato le raccomandazioni contrarie di importanti advisor come Glass Lewis e ISS, sottolineando l’influenza personale di Musk anche su una parte della base azionaria retail, spesso legata al CEO più che ai fondamentali aziendali. Rivian, dal canto suo, mostra come uno schema di incentivi aggressivo possa essere adottato anche da un’azienda che non ha ancora dimostrato stabilità finanziaria.
Situazione pericolosa
Si sta creando così un precedente potenzialmente pericoloso: i vertici delle aziende tecnologiche e automotive potrebbero rivendicare compensi sempre più alti, poggiandosi sull’idea che la loro leadership sia determinante per il futuro dell’impresa. Una dinamica che rischia di spostare il baricentro dalla performance oggettiva alla capacità dei manager di condizionare il mercato e la governance interna.