Da Parigi segnali sul serbo dopo le elevatissime richieste del Napoli per Osimhen, in Inghilterra pensano all'azzurro per sostituire Salah
di Enzo PalladiniUn doppio colpo da 160 milioni, poi la Juventus potrà ragionare davvero sui movimenti in entrata. Tra le missioni (im)possibili del nuovo direttore sportivo Cristiano Giuntoli c’è anche questa: mettere in cassa 90 milioni per il serbo e 70 per l’azzurro. Solo così poi gli sarebbe consentito far galoppare la sua competenza. E nel frattempo, ci sono da piazzare gli esuberi ormai acclarati Arthur, McKennie e Zakaria.
Due situazioni che hanno diverse similitudini e altrettante differenze. Dusan Vlahovic non si è mai pronunciato recentemente sul suo futuro. Lo ha fatto invece il suo preparatore personale Uros Domazet, che l’ha aiutato lavorare durante le vacanze in Serbia: “Quest’anno segnerà trenta gol”. Già, ma non si sa con quale maglia. Le ultime ore hanno portato dalla Francia qualche indizio sul Paris Saint Germain. Secondo il quotidiano Le Parisien, il serbo sarebbe diventato un obiettivo sensibile dopo l’uscita di De Laurentiis (“Per Osimhen ci vuole un duecentino”), anche se al momento in casa Juve non viene registrata alcuna offerta ufficiale. C’era stato un sondaggio del Bayern subito dopo la fine del campionato, prima che i bavaresi puntassero tutto su Harry Kane. Poi qualche intermediario l’aveva proposto al Chelsea, ottenendone tiepide reazioni. Ma dal Paris Saint Germain potrebbe arrivare presto qualche segnale più deciso.
Il prezzo di Vlahovic è stato fissato in 90 milioni, anche se come sempre capita in questi casi, Giuntoli sa già che potrebbe eventualmente trattare, ma solo fino a 80. Niente di meno. A dispetto dell’ultima stagione tormentata dagli infortuni, Vlahovic continua a essere un attaccante con potenzialità straordinarie, forse capitato nella squadra sbagliata al momento sbagliato. Va ricordato che nel gennaio del 2022, il serbo venne pagato 70 milioni più 10 di bonus e da allora è passato solamente un anno e mezzo, quindi per realizzare una plusvalenza sia pure non esagerata, il prezzo non può scendere sotto gli 80 milioni. Poi c’è la questione ingaggio: Vlahovic guadagna 7 milioni a stagione, come Rabiot, 1 milione meno del più pagato, Pogba. Tra i tanti compiti affidati a Giuntoli c’è anche quello di ridurre il monte-ingaggi e 7 milioni netti (14 lordi) rappresentano un taglio notevole.
Eppure sembrava un grande affare. Vlahovic, come Chiesa, invece oggi chi si vanta di questi due colpi è il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso: “Se guardo alle prestazioni di Vlahovic e Chiesa e le metto a paragone con quelle di Cabral e Jovic possiamo dire di aver fatto un affare. I numeri non mentono. I nostri, assieme, hanno realizzato più gol dei loro”. È il gioco delle parti, ovvio. Non si può mai avere la certezza del rendimento di un giocatore. Molto dipende dal modo di giocare della squadra, che parlando della Juve forse non favorisce Vlahovic. Poi ci sono i rapporti con gli allenatori e nell’altro caso da analizzare, quello di Chiesa, forse il problema sta proprio lì.
Il feeling Chiesa-Allegri non è mai nato. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la complessità del rapporto è risaputa e traspare con incredibile puntualità a ogni occasione. Giuntoli ha fissato il prezzo a 70 milioni, anche in questo caso trattabile fino a 60. E anche in questo caso le ultime ore hanno portato qualche segnale, proveniente da Liverpool, club che potrebbe rinunciare a Momo Salah corteggiato dai soliti arabi pigliatutto. Nelle scorse settimane la Juve aveva ricevuto un’offerta concreta di 60 milioni dall’Aston Villa, che però il giocatore aveva cortesemente declinato facendo sapere che accetterebbe, eventualmente, soltanto uno dei top club di Premier. Una categoria nella quale rientra il Liverpool, pur non essendosi qualificato per la prossima Champions League. Ma poi bisognerà fare i conti con la volontà del giocatore, al momento non così convinto che la soluzione migliore sia lasciare la Juve.