L'ANNIVERSARIO

Tre anni senza il "Mondo": quanto bisogno avrebbe il calcio di Emiliano!

Ribelle, anticonvenzionale, serio e competente: le idee del Mister rivivono oggi nell'operato della Associazione E. Mondonico

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Sicuramente si sarebbe divertito un sacco ad ascoltare il dibattito odierno sulla costruzione dal basso. Così come avrebbe certamente sorriso nel sentire, ad esempio, i commenti stroncanti sul presunto "contropiedismo" di Antonio Conte o altri suoi epigoni da parte di altrettanto presunti opinionisti. E il baffo si sarebbe alzato un poco, sornione e pungente, di fronte agli esterofili di ritorno, così critici verso il vituperato calcio all'Italiana. Che poi, cosa è il calcio all'italiana? Forse per il Mondo non era altro che concretezza, semplicità, buona difesa, copertura degli spazi, transizioni veloci, contropiedi fulminei. Attenzione, dedizione, corsa e buona tecnica. Era il suo calcio "pane e salame" (il salame di Rivolta d'Adda, impareggiabile nella sua bontà). Il meglio di una tradizione vincente, magari rivista e adattata, ma mai scordata. E ci manca oggi, Emiliano Mondonico. Ci manca a tre anni esatti dalla sua scomparsa. Rimpiangiamo la sua saggezza, la sua spontaneità e la sua preparazione. E la sua ironia. Manca ai tifosi delle sue squadre, manca a chi ama il calcio, manca a chi ne conosceva la rettitudine.

Lo ricordano Torino, Atalanta, Fiorentina, Cremonese. E poi ancora Napoli, Como, Cosenza, Albinoleffe. Fino al Novara, l'ultima squadra allenata, quella con cui lui, che sempre aveva parteggiato per gli indiani nelle lunghe giornate di fantasiosa evasione nei boschi lungo l'Adda, seppe espugnare il fortino di San Siro. Ultimo omaggio alla sua natura di combattente. Ribelle, anticonvenzionale e sempre dalla stessa parte, quella dei più deboli. Nel calcio come nella vita. E così è ancora oggi perché le idee del Mondo, scomparso il 29 marzo 2018 a soli 71 anni, rivivono ancora nell'operato dell'Associazione che porta il suo nome e che nella figlia Clara hanno un'instancabile e indomabile divulgatrice. Il miglior modo per ricordare e omaggiare il Mister, un uomo che, senza retorica, con la sua calma e la sua competenza avrebbe fatto ancora molto bene a questo nostro calcio troppo spesso urlato e isterico.

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